È ripartita la ricerca di possibili resti del Tempio di Venere ai Fori

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AGI – Riparte la ricerca di possibili resti del Tempio di Venere ai Fori. Sono stati avviati gli scavi archeologici sul lato orientale del Foro di Cesare, nella parte compresa tra via dei Fori Imperiali, la ex via Bonella, la ex via Cremona e l’attuale belvedere sul Foro di Cesare.

Le indagini sono condotte dalla Sovrintendenza Capitolina, in collaborazione con l’Accademia di Danimarca, che ha donato 1,5 milioni di euro grazie alla Fondazione Carlsberg di Copenaghen e alla Aarhus University Research Foundation.

L’obiettivo principale di questa seconda fase dell’intervento è l’ampliamento dell’area archeologica del Foro di Cesare sul lato orientale e l’eventuale recupero di parti architettoniche ancora conservate sotto terra. Nella zona dovrebbero trovarsi sepolti i resti del Tempio di Venere Genitrice e del portico orientale della piazza.

“Roma ci riserva continue sorprese – dichiara la sindaca di Roma Virginia Raggi – l’avvio degli scavi del Foro di Cesare ci consente di riportare alla luce diverse fasi di vita di questo antico settore urbano che presenta una stratificazione molto ricca, come emerso dalle indagini condotte dalla Sovrintendenza negli ultimi decenni. Ringrazio Sua Maestà la Regina di Danimarca Margrethe II e l’Accademia di Danimarca per questo importante atto di mecenatismo. Con il sostegno di tutti, continuiamo a scoprire la nostra storia”.

Le operazioni di scavo sono state precedute da un programma di ricerche volto alla conoscenza delle fasi di vita del complesso monumentale, attraverso indagini d’archivio, assieme alla catalogazione e allo studio dei reperti, in particolare ceramici, rinvenuti negli scavi del 1998-2000.

“Siamo molto lieti dell’avvio dei lavori in cui ha partecipazione attiva l’Accademia di Danimarca a Roma, la Fondazione Carlsberg, la Aarhus University Research Foundation e il Centre for Urban Network Evolutions diretto dalla professoressa Rubina Raja. Contribuiremo alla ricerca con grande entusiasmo”, affermano la direttrice dell’Accademia di Danimarca a Roma Charlotte Bundgaard e il direttore scientifico del progetto di ricerche e scavi archeologici per la parte danese Jan Kindberg Jacobsen. 

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