È stato un sabato di assembramenti a Roma e Milano. E c’è scappata la rissa

0

AGI – Non ce la possiamo fare. Inutile gli appelli alla prudenza, i dati dei contagi in crescita, il numero di morti che resta costantemente sui 3-400 al giorno. Il sabato sono in tanti a scendere in strada e (spesso) noncuranti delle regole di sicurezza si assembrano a decine, indossando la mascherina spesso a mo’ di sciarpa. Ogni occasione è buona per toglierla: per fumare, per bere, per mangiucchiare qualcosa, per soffiarsi il naso…

Anche ieri pomeriggio, come ogni sabato nelle ultime settimane, chiusure temporanee a causa di assembramenti sono scattate a Roma, sia a piazza dell’Immacolata a San Lorenzo sia alla scalea del Tamburino a Trastevere. Entrambi quartieri caratterizzati dai locali della movida. I vigili sono intervenuti per la presenza di un elevato numero di persone, soprattutto giovani, che rendeva impossibile il rispetto delle norme di prevenzione del contagio da Covid. Folla e assembramenti anche lontano dal centro storico, dal quartiere Appio al litorale di Ostia, dove numerose pattuglie sono dovute intervenire in piazza Anco Marzio per la presenza di assembramenti. 

Dal Centro al Nord. Un grosso assembramento con centinaia di persone si è verificato ieri sera alla Darsena di Milano dove gruppi di giovani si sono assiepati davanti a un bar e hanno ballato per ore con i cocktail in mano: una sorta di discoteca improvvisata all’aperto con scene sono state riprese video e foto condivisi sul web. Poi, pochi minuti prima delle 23, è scoppiata addirittura una rissa. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, che sono intervenuti, a partecipare sono stati una ventina di giovani. Sul posto sono arrivati i militari del nucleo ordine pubblico che in un’ora circa sono riusciti a sedare gli animi. Non ci sono stati scontri fisici gravi né feriti, ma solo lanci di bottiglie. Da lunedì il capoluogo lombardo e l’intera regione saranno zona arancione e dunque non sarà più possibile consumare bevande all’interno e all’esterno dei locali, nemmeno fino alle 18, come previsto fino ad oggi. 

L’AGI ha chiesto alle persone che nel quartiere Appio si sono riversate nelle piazze dello shopping, o per un aperitivo o semplicemente per godersi un po’ di sole all’aperto. Persone di tutte le età, ma soprattutto giovani, la maggior parte dotati di mascherine sul viso, camminano sulla via principale e nelle vie limitrofe in piccoli gruppi. Sono tante le persone sedute all’esterno dei bar e quelle fuori dai negozi di abbigliamento. “È primavera, la gente ha bisogno di vivere. Le restrizioni sono accettabili se lo Stato funziona, ma qui non sono stati neanche capaci di ordinare i vaccini”, protesta Pietro, 28 anni, che con un gruppo di amici passeggia a “Villa Lazzaroni”, parco su via Appia Nuova. “Noi ci comportiamo in maniera responsabile – spiega il giovane – ma è passato un anno. Io mi vaccinerei domani, basta che poi ci consentano di vivere“.

Uno sfogo a cui fa eco Silvia. “Ho 26 anni, nessun posto di lavoro – spiega – non vedo la mia famiglia, perché non voglio infettare nessuno. Sentivo oggi al Tg5 che parlavano della Gran Bretagna, loro sì che sono avanti con i vaccini. Altro che noi”. “Per ‘noi’ intendo l’Europa…”, puntualizza la 26enne. C’è paura del Covid-19. E, moltissimi, ricordano come fosse ora le bare di Bergamo sui camion militari.

C’è consapevolezza e tristezza, perché dopo un anno sembra che l’incubo non sia alle spalle. “Ma si può stare così nel 2021?”, si chiede Ida, 45 anni, che insieme ad un’amica prende un caffè all'”Appia Caffè”. “Io non capisco come è possibile.La scienza è andata veloce, ma non siamo stati capaci di sfruttare questo vantaggio”, dice riferendosi a una campagna vaccinale che stenta a decollare. “Ma se mancano le dosi…”, la riprende l’amica. “Vuol dire che hanno sbagliato a trattare”, risponde Ida. Il clima è mite, ma non ancora estivo. Eppure c’è chi è appena rientrato da una gita al mare. “Sono stato a Ostia, almeno sulla spiaggia posso togliere la mascherina. Non se ne può più”, dice all’AGI Andrea, 38 anni. “Ero da solo, ho perso il lavoro e pure la fidanzata. Colpa della pandemia e delle distanze“, spiega. “Non vive a Roma e nell’ultimo anno ci siamo visti pochissimo”, aggiunge. 

I negozi si riempiono. E, intanto, su via Eurialo, c’è gente che attende il tampone rapido, davanti alla farmacia. “È un controllo, sono stato contatto diretto di un positivo. A lavoro non mi hanno chiesto nulla, ma preferisco essere responsabile”, spiega Lorenzo. Gente anche al parco della Caffarella. Qualche runner sulla 40ina, ma soprattutto genitori con i figli piccoli. Passeggiano, immaginando il domani: possibilmente, senza mascherina.
 

Leave A Reply