Elezioni, Santi (Eurasia Group): “Margini per gestione indolore modifiche Pnrr”

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Tra l’Ue e il futuro governo italiano che dovrebbe essere guidato da Giorgia Meloni “ci sono margini per gestire in modo indolore le modifiche al Pnrr” invocate più volte in queste settimane. Archiviata la campagna elettorale, “la mia impressione è che le richieste di modifiche saranno molto limitate e puntuali”. E’ l’opinione espressa da Federico Santi, analista di Eurasia Group, esperto di Europa del sud, governance economica e questioni energetiche, all’indomani della vittoria della coalizione di centrodestra trascinata da Fdi.

“In generale per quanto riguarda il Pnrr e la politica economica – ragiona Santi – Meloni si è spostata su posizioni molto moderate, di sostanziale continuità con il governo precedente, per quanto riguarda la riduzione del debito, il post covid, il mantenimento degli impegni del Recovery fund. Non hanno detto cosa vogliono cambiare, ma la mia impressione è che le richieste di modifiche saranno molto limitate e puntuali, alcune di queste sono anche ragionevolmente fondate”.

L’analista di Eurasia Group è convinto che da parte della Commissione europea ci sia “interesse a gestire la questione in maniera costruttiva, senza creare attriti. Credo ci siano i margini per gestire la cosa in maniera abbastanza indolore”. Tra l’altro Santi ricorda che la questione della revisione del Recovery si collega al tema della crisi energetica, “importante nella misura in cui la Commissione europea ha proposto di utilizzare la quota di prestiti non utilizzati, di cui l’Italia sarebbe beneficiaria e che rappresenterebbe un’opportunità per il nuovo governo”.

L’analista parla poi delle preoccupazioni “in parte giustificate” degli Stati Uniti sulla politica italiana nei confronti della Russia, ma Meloni “è stata lungimirante e pragmatica” quando si è schierata con Kiev, rivendicando una posizione fortemente atlantista.

“Non è un segreto che tra i maggiori paesi europei l’Italia sia quello con una posizione più vicina alla Russia, per una serie di motivi complessi, ed è il Paese nel quale il dibattito politico di recente è stato molto ambivalente”, sottolinea Santi. Nei mesi scorsi l’Italia veniva vista come “uno dei Paesi più suscettibili di avere posizioni accomodanti, per adesso non è stato così – osserva l’esperto – e non credo che cambierà in futuro”

Certo, le preoccupazioni degli Stati Uniti “sono giustificate in parte per i rapporti che alcuni partiti politici hanno avuto con la Russia e per le posizioni ambigue ripetute in campagna elettorale, in particolare da Lega e Fi”.

“La mia impressione – sostiene l’analista – è che la Meloni abbia visto da che parte tirava il vento ed è stata lungimirante nel prendere una posizione molto netta al riguardo. L’ha giustificata sul piano di sicurezza nazionale, non su basi morali relative a questioni di diritti umani, di diritto internazionale. E’ più pragmatica ma non meno allineata”.

Santi ritiene che un governo a guida Meloni avrà “una posizione analoga a quello precedente, un governo fortemente allineato con la posizione europea e della Nato, sostenuto da una maggioranza parlamentare con una componente significativa molto più ambivalente, come era con Draghi”.



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www.adnkronos.com
2022-09-26 16:04:57 ,

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