Nonostante si trattti di una metodica fondamentale per la prevenzione oncologica, fare un’endoscopia nei Paesi in via di sviluppo non è semplice. Prendiamo l’Africa: in alcune zone la disponibilità di personale sanitario formato è così scarsa che c’è un solo operatore ogni quattrocentomila abitanti. La situazione potrebbe migliorare grazie alla tecnologia messa a punto dai ricercatori del Politecnico federale di Zurigo (ETH) e dell’Università Cinese di Hong Kong, che sono riusciti a condurre l’esame a 9.300 chilometri di distanza grazie a un sistema di navigazione magnetico e a una buona connessione internet. Il paziente, in questo caso, era un maiale, come spesso accade nella formazione chirurgica: ma potrebbe non volerci molto, spiegano, per sperimentare la tecnica su un essere umano.
La situazione in Africa
La gestione di condizioni come il cancro dell’esofago, la malattia di Crohn, la tubercolosi – molto diffuse in Africa – richiede la possibilità di eseguire endoscopie. Le alternative sono limitate: e, però, si tratta di “una procedura salvavita essenziale, la cui disponibilità nei Paesi a basso reddito è inadeguata” scrivono in uno studio recente Akwi Asombang e Purnima Bhat, ricercatori in gastroenterologia tra Boston, lo Zambia e l’Australia.
L’Africa, spiegano i due autori, è un continente da 1,4 miliardi di persone che include cinquantaquattro Paesi molto diversi: si spazia dai centri di eccellenza dotati della migliore tecnologia in Sudafrica ed Egitto a condizioni di assoluta povertà, Stati in cui fino al 70% della gente vive in contesti rurali, con distanze lunghe, impossibili da coprire facilmente. La Nigeria, che con duecento milioni di abitanti è il Paese più popoloso del continente, ha solo duecento centri di endoscopia, la metà dei quali nella capitale Lagos. E quando le apparecchiature e il personale ci sono, spesso si trovano in cliniche private, a disposizione dei pochi che possono permettersele.
Operare a distanza
In un contesto come questo, la possibilità di concretare esami diagnostici di qualità con operatori dislocati altrove apre scenari molto interessanti: in futuro, a inserire il tubo saranno gli infermieri, mentre il dispositivo sarà guidato da un medico particolarmente formato seduto di fronte a una console in un altro luogo. Proprio come è episodio quando alle tre del mattino il dottorando Alexandre Mesot del Multiscale Robotics Lab dell’Eth ha eseguito un esame su un maiale sdratiato su un tavolo operatorio in Cina muovendo il device con un joystick simile a quello di una comune Playstation. SI tratterebbe del primo intervento al mondo di questo tipo, sottolinea l’ateneo.
Rotazioni e movimenti sono possibili grazie a un piccolo magnete. Lo stomaco del maiale (anestetizzato, ci tiene a precisare lo staff) è stato esaminato alla perfezione con un tubicino da soli quattro millimetri di spessore. Tra il movimento di Mesot e la risposta dell’endoscopio sono passati solo trecento millisecondi. “Due cose sono essenziali” spiega l’equipe del Politecnico elvetico, guidata dal professor Bradley Nelson: “il sistema di navigazione magnetico sviluppato nei nostri laboratori e una connessione veloce e sicura”. I chirurghi della facoltà di Medicina dell’Università cinese di Hong Kong erano in sala operatoria per monitorare la procedura.
La flessibilità dell’endoscopio impiegato è tale che Mesot è riuscito a eseguire una rotazione di 180 gradi per ispezionare l’ingresso dello stomaco: questa procedura, spiegano all’Eth, far mostra di “che è possibile manovrare questo endoscopio alla stessa maniera di un dispositivo comune”. Lo strumento, date le dimensioni, può essere inserito anche dal naso, oltre che dall’esofago, senza necessità di sedare il paziente.
Certo, il problema sono le connessioni. L’Unione Africana ha messo a punto una strategia decennale per il digitale nel continente: tra gli obiettivi, la creazione di un quadro normativo e tecnico comune e il fatto che ogni cittadino, entro la fine del decennio, dovrà avere la possibilità di navigare ad almeno 6 megabit ovunque si trovi. Riuscirà a centrarlo?
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di Antonio Piemontese www.wired.it 2024-08-27 13:08:03 ,