Ci sono talmente tante trovate spassosissime in Extraordinary, la nuova serie comedy inglese che parte il 25 gennaio su Disney+, che è quasi impossibile parlarne: sarebbe meglio dedicarsi alla visione (e alle risate) e basta. Ma a colpire è soprattutto che la premessa della trama è quasi banale: in un mondo in cui tutti hanno sviluppato un superpotere (che sia volare, manipolare l’acqua o comandare a distanza il televisore), la giovane Jen (Máiréad Tyers) vive una vita di frustrazioni perché non ha ancora manifestato la sua facoltà speciale. In pratica siamo dalle parti di Encanto, il film d’animazione Disney, ma qui di incantato e favolistico non c’è proprio nulla: anzi, la magia di questa serie sta proprio in quella che potremmo definire una certa grezza sporcizia.
Il vero focus degli otto episodi di questa prima stagione, infatti, sta nel fatto che la vita di Jen è insoddisfacente a 360 gradi: si frequenta con un ragazzo bellissimo ma che si rifiuta di impegnarsi, lavora con poca soddisfazione in un negozio di costumi di Carnevale (guidato da una dispotica 56enne dall’aspetto di una bambina) e lotta costantemente contro il giudizio sminuente della famiglia e del mondo esterno. Unico suo rifugio sono la coinquilina Carrie (Sofia Oxenham), che riesce a parlare con la voce dei decessi (sì, anche di Hitler), e il suo sfaccendato fidanzato Kash (Bilal Hasna), che riesce a riavvolgere il tempo. Ma è proprio il tempo che diventa l’ossessione della protagonista, che sente su di sé l’impazienza e la frustrazione tipica di qualsiasi venti-trentenne.
Il meccanismo davvero brillante, qui, è che i superpoteri diventano l’ennesimo fardello di una vita spesso già piuttosto complicata e snervante di suo: nonostante Jen voglia ricorrere a una costosissima clinica per indurre la scoperta del suo potere (usualmente rivelato attorno ai 18 anni), ogni tanto la assale il dubbio che quella sarebbe l’ulteriore preoccupazione di un’esistenza già delirante. Del resto molti dei superpoteri che vengono illustrati nella serie non sono altro che delle assurdità che nessuno si augurerebbe di poter vantare (come il tizio che può stampare in 3D qualsiasi oggetto dall’ano o il gatto che forse non è esattamente un gatto) o esagerazioni di facoltà che già sfoggiamo o facciamo finta di sfoggiare nella nostra quotidianità (la recruiter che impedisce ai candidati di mentire o ancora i tanti spasimanti che, letteralmente, volano via dalla finestra).
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di Paolo Armelli www.wired.it 2023-01-25 15:30:00 ,