Francia e Germania, missione Usa per proteggere le imprese Ue dal protezionismo


Gli Stati Uniti sono il primo partner commerciale per le esportazioni tedesche. Nel 2022 la Germania ha esportato merci negli Usa per 156 miliardi, più che in qualsiasi altro Paese nel mondo. E con il vento delle tensioni geopolitiche che soffia sempre più forte sulla Cina, primo partner commerciale import-export per la Germania, i rapporti commerciali di Berlino con gli Usa vanno rafforzati e non allentati. La guerra in Ucraina provocata dall’invasione ingiustificata della Russia ha rinsaldato le relazioni geopolitiche tra Usa e Germania, che erano crollate ai tempi di Nord Stream 2: Washington preferisce ora puntare sul più grande Pil europeo, per contrastare Vladimir Putin, e intende contare sulla leadership crescente di Berlino nel settore della difesa europea.

Il nodo Ira

Ecco uno dei motivi che spiegano il perché della missione in tandem a Washington dei ministri dell’Economia di Germania e Francia sulla questione Ira, il pacchetto Inflation Reduction Act da 370 miliardi di dollari in dieci anni di incentivi e sussidi alle imprese americane per sostenere la transizione delle tecnologie verdi e anche il «Made in Usa». Robert Habeck e Bruno Le Maire sono atterrati negli Usa non prendendo lo stesso volo ma avendo la stessa destinazione: colloqui congiunti alla dimora Bianca e incontri martedì 7 febbraio con il segretario al Tesoro Janet Yellen e la rappresentante americana per il commercio Katherine Tai. Habeck intende innanzitutto evitare che Ira comprometta i rapporti commerciali tra Germania e Stati Uniti. E Le Maire vuole fare altrettanto per la Francia. Insieme, seduti allo stesso tavolo, Habeck e Le Maire parleranno anche degli interessi dell’Europa, evitando così visite unicamente bilaterali che possono mettere in primo piano solo i rapporti bilaterali.

Il senso della missione

L’iniziativa anglo-francese è stata presentata come una missione «europea»: due ministri di peso, provenienti dai primi due Pil europei, è stato detto che hanno più forza contrattuale negli Usa rispetto a un solo rappresentante a nome della Ue. Ma nei confronti dell’Ira, Francia e Germania non hanno la stessa identica posizione su scala europea: sebbene Parigi veda di buon occhio una controreazione con più aperture agli aiuti di Stato in Europa, in risposta all’ennesimo programma di aiuti pubblici del presidente Joe Biden, e sebbene anche la Germania veda questo di buon grado e abbia ampi spazi fiscali per sfruttare un alleggerimento delle norme sugli aiuti di Stato, la Francia ha fatto una fuga in avanti per la creazione di un fondo sovrano europeo mentre la Germania (soprattutto con il ministro delle Finanze Christian Lindner che è al pari di Le Maire) su questo frena.

Berlino inoltre, come ha già fatto trapelare Habeck, intende assicurarsi che l’Ira non sia uno scudo di protezionismo ma che possa diventare un’opportunità per liberalizzare gli scambi tra Usa ed Europa, affinché Washington non penalizzi troppo i partners europei. Habeck vorrebbe inoltre che l’Europa prendesse gli Usa da esempio nel velocizzare gli iter burocratici, che attraggono le imprese europee negli Stati Uniti. Le industrie dell’auto di Francia e Germania sono le prime a temere una ricaduta negativa di Ira sulle esportazioni negli Usa, mentre i governi di Parigi e Berlino temono a loro volta che le imprese tedesche e francesi decidano di trasferirsi negli Usa pur di non perdere business importanti.

Il confronto con Next Generation Eu

Holger Görg, presidente dell’Istituto di Kiel per l’economia mondiale (IfW Kiel), consiglia all’Ue di affrontare l’Inflation Reduction Act con meno ansie. Aumentare in modo massiccio i sussidi europei, come proposto dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, «non ha senso dal punto di vista economico. L’Inflation Reduction Act (Ira) degli Stati Uniti fa scalpore nella Ue. Ma il timore che le aziende europee possano migrare in massa dall’Europa agli Stati Uniti «è esagerato». Gli europei devono mantenere la calma.



Source link

Lascia un commento