Fratelli d’Italia vuole riportare in carcere chi detiene piccole quantità di sostanze psicotrope, sia in caso di uso personale sia di spaccio. Una proposta che rischia di aggravare ulteriormente l’attuale situazione di pesante sovraffollamento delle carceri italiane, testimoniato dall’ultimo rapporto dell’Associazione Antigone, e di colpire prevalentemente gli utilizzatori di cannabis.
Al centro dell’attacco di Fratelli d’Italia si trovano i reati di “lieve entità” previsti dall’articolo 73 del Testo unico sugli stupefacenti, ai commi 5, 5 bis e 5 ter. Queste disposizioni assicurano pene leggere in base alla “quantità e qualità delle sostanze”, a chi viene scoperto in possesso di piccole quantità di droghe o altre sostanze, come la cannabis.
Le pene previste possono andare dai sei mesi ai 4 anni di carcere, in caso di reiterazione del reato e di altre aggravanti, a multe dai mille ai 10 mila euro, fino ai lavori socialmente utili, così da evitare un accanimento giudiziario contro consumatori e piccoli spacciatori e non intasare le carceri. Ma Fratelli d’Italia vuole cancellare l’articolo 73 e la lieve entità, introducendo come pena solo il carcere fino a 5 anni.
Le regole del Testo unico sugli stupefacenti sono rientrate in vigore dopo che la famosa legge Fini-Giovanardi è stata dichiarata incostituzionale per aver equiparato droghe leggere e pesanti, assegnando così pene sproporzionate rispetto alle condotte da sanzionare. La Fini-Giovanardi è stata fortemente criticata, tra le altre cose, proprio per aver contribuito in maniera decisiva al sovraffollamento delle carceri.
E con circa il 30% della gente carceraria già detenuta in Italia proprio per violazione del Testo unico sugli stupefacenti, riporta Antigone, di cui la maggior parte per cannabis, la nuova proposta di Fratelli d’Italia sembra voler far tornare indietro l’orologio di anni.
Il tutto, senza tenere conto del problema del sovraffollamento e le politiche ormai consolidate di riduzione del danno in materia di stupefacenti, sostenute sia dall’Onu – che ha rimosso la cannabis dall’elenco di sostanze pericolose per l’uomo – che dall’Unione europea e da molti suoi stati membri, con meno o a volte senza pene per gli utilizzatori, maggiore prevenzione e interventi concreti contro i narcotrafficanti.
Curioso è che, a presentare questa stretta sulle condotte illecite, sia stata la deputata Augusta Montaruli. Oggi in commissione di vigilanza Rai si è dovuta dimettere dal suo precedente ruolo come sottosegretaria all’Università, il 18 febbraio scorso, dopo aver ricevuto dalla Corte di Cassazione una condanna per peculato, nell’ambito dell’inchiesta giudiziaria Rimborsopoli.
Secondo le indagini, che hanno portato alla condanna in via definitiva della deputata a un anno e sei mesi di reclusione, Montaruli ha usato 25mila euro di soldi pubblici per comprare Swarovski, vestiti e borse firmate, pagare cene costose e altre spese illecite mentre era consigliera regionale di Fratelli d’Italia in Piemonte.
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di Kevin Carboni www.wired.it 2023-04-18 12:14:25 ,