È una storia di lobbying e affari, di tentativi maldestri di influenza e promesse irrealizzabili, quella che lega una delle piattaforme di exchange di criptovalute più importanti al mondo (Ftx) e la politica americana. Una storia trasversale ai partiti, perché gli affari non possono avere bandiere a certi livelli, e sono sempre bipartisan. Una storia che per ora ha portato a galla 73 milioni di dollari (probabilmente sottratti ai clienti dell’exchange) donati a Democratici e Repubblicani. 73 milioni che adesso potrebbero essere soggetti a richiesta di restituzione.
Lo scandalo tocca la politica Usa
Il breve ma intenso flirt fra Washington e Ftx, alla luce dello scandalo che ha colpito la piattaforma, si abbatte un po’ come una mannaia su alcuni politici americani destinatari delle donazioni, mentre migliaia di utenti rischiano di aver perso i risparmi di una vita in quella che sembra essere una frode storica.
Solo pochi mesi fa, Sam Bankman-Fried, il trentenne ideatore di FTx che adesso rischia 115 anni di carcere, si aggirava per i palazzi che contano a Washington, deciso a mettere le mani sulle elezioni presidenziali americane del 2024. Era pronto a donare fino a un miliardo di dollari, si racconta. E a quanto pare non gli dispiaceva essere considerato il nuovo George Soros. Insieme ai suoi collaboratori più stretti, Ryan Salame e Nishad Singh, Bankman-Fried aveva donato in questi mesi 6 milioni di dollari a un super comitato d’azione per i Democratici alla Camera. Poi 3,5 milioni di dollari per il Senate Leadership Fund dei Repubblicani e altri 3 milioni per un fondo che sostiene i Democratici al Senato.
Finanziamenti per le campagne elettorali Usa
Lo schema era chiaro, oltre che già visto negli Stati Uniti: bussare alle porte di politici e partiti con in mano milioni di dollari per la campagna elettorale, cercando di ottenere il massimo per il proprio business, che in questo caso è quello delle criptovalute. Un settore ancora poco regolamentato, quello delle cripto, sul quale le future decisioni politiche avranno un impatto determinante. E che oggi, alla luce dello scandalo Ftx, sembra avere davanti a sé un terreno decisamente minato.
Ma il tema vero, adesso, è cosa ne sarà dei 73 milioni di dollari che Ftx ha già donato ai partiti statunitensi. Sebbene esistano precedenti che obbligano le entità politiche a restituire i contributi in caso di frode, nel caso di Ftx le prospettive di recupero non sono così chiare, e dipenderanno da un arzigogolato mix di leggi federali e statali. Un fattore chiave sulle procedure di recupero potrebbe essere il giudizio del tribunale che ha in mano la procedura di bancarotta: se questo stabilirà che il crollo di Ftx ha comportato una frode, quasi tutte le donazioni potrebbero essere oggetto di recupero. In caso contrario, potrebbero essere recuperate solo le donazioni effettuate entro 90 giorni dall’insolvenza della società.