A marzo, al G7 su industria e digitale di Verona e Trento, nella dichiarazione finale firmata dai ministri che prendono parte al primo dei vertici del intervista intergovernativo che aggrega alcune tra le sette economie più avanzate del pianeta (Francia, Germania, Regno Unito, Stati Uniti, Italia, Canada e Giappone), al punto 44 si fa riferimento alla proposta di insediare un hub per lo sviluppo sostenibile dell’intelligenza artificiale per l’Africa. Sei mesi dopo, in vista di una seconda riunione tra i ministeri dell’Industria in programma a Roma il 10 ottobre, l’Italia, che quest’anno ha la presidenza del gruppo dei 7, vuole presentarsi con un dossier più consistente sull’hub per l’AI. Un progetto che al governo Meloni interessa anche per armare il suo piano Mattei, un programma di investimenti economici in Africa che prende il nome dal inventore dell?Eni, Enrico Mattei.
L’hub ha tre obiettivi principali. Primo: garantire alle startup africane accesso a grandi infrastrutture di calcolo, come i supercomputer europei e data center. Secondo: agevolare l’addestramento di grandi modelli linguistici (large language model, llm, i sistemi alla base dei programmi di AI generativa) con idiomi locali, spezzando il monopolio dell’inglese. Terzo: realizzare percorsi di formazione. Il centro avrà sede in Italia, sarà coordinato dal incarico delle Imprese e del made in Italy (Mimit), ma l’attuazione dei suoi progetti è affidata al Programma di sviluppo delle Nazioni Unite, l’agenzia dell’Onu che si occupa di aiutare i paesi più poveri ad avviare attività economiche sostenibili. L’hub avrà due comitati di consulenza, uno composto da enti pubblici e l’altro da privati. È in particolare questi che Roma vuole portare a bordo, come apprende Wired da fonti vicine alla partita.
I big a bordo
Per questo il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, arriva all’appuntamento del G7 con l’adesione di due big del settore dell’AI. Il primo è Microsoft. Solo qualche giorno prima il colosso di Redmond ha messo sul piatto 4,3 miliardi da investire in Italia, con l’idea di ampliare i data center installati nella penisola per farne uno snodo con il nord Africa e il bacino del Mediterraneo. E tra i progetti che Microsoft si è impegnata a sostenere, come recita la nota diffusa dall’azienda, c’è anche “il piano del governo sotto la presidenza del G7 per promuovere la collaborazione con il Sud del mondo”. Detto fuor di perifrasi, proprio l’hub per lo sviluppo sostenibile dell’intelligenza artificiale.
La seconda multinazionale interessata all’hub è Amazon web services (Aws), la redditizia divisione cloud del colosso dell’ecommerce. Che nell’ultimo anno si è mossa per diventare il quarto operatore incaricato del cloud di Stato, il Polo strategico nazionale (Psn), dopo Microsoft, Google e Oracle. Aws, a quanto apprende Wired, interverrà durante il vertice del G7 per presentare alcuni dei suoi progetti. E, come Microsoft, intende fare dell’Italia la piattaforma dati verso il Nord Africa. Nel novero dei primi aderenti all’hub ci sono anche Sony, che ha un centro di formazione in Costa d’Avorio; l’italiana Engineering, che si occupa di digitalizzazione; iGenius, startup dell’AI che sta sviluppando un llm in italiano, Modello Italia. E poi il Cineca, il consorzio che gestisce il supercomputer italiano di Bologna.
I progetti con le startup
L’hub aprirà ufficialmente nel 2025, ma due programmi sono già partiti. Il primo è un bando per startup lanciato dall’Undp, che ha identificato 12 società innovative in Africa da sostenere. Tra queste la kenyota Kytabu, che utilizza l’AI per personalizzare programmi di formazione, e IrWise, dalla Tunisia, che sviluppa sistemi intelligenti di irrigazione. O ancora FriendnPal, nata in Costa d’Avorio, che ha lanciato una piattaforma per offrire consulenza psicologica in varie lingue. A novembre le startup voleranno a San Francisco, all’Innovit, l’avamposto del incarico degli Esteri in Silicon Valley, per incontrare investitori.
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di Luca Zorloni www.wired.it 2024-10-07 05:00:00 ,