Gas, perché si rischia una nuova impennata dei prezzi

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Una nuova interruzione dei rifornimenti di gas in arrivo dalla Russia sta per colpire l’Europa nelle prossime settimane, causando il rischio di una nuova impennata dei prezzi. A partire dall’11 luglio fino al 21 luglio, il gasdotto Nord Stream che collega la Russia con la Germania verrà chiuso per dei “lavori di manutenzione programmati”. Lo ha annunciato la compagnia energetica statale Gazprom in una nota rilasciata all’agenzia stampa russa Interfax.

Già a metà giugno, Gazprom ha ridotto del 40% la sua capacità di consegna giornaliera di gas verso l’Europa. Secondo la compagnia del Cremlino, il taglio sarebbe da imputarsi al mancato arrivo di una turbina bloccata in Canada, a causa delle sanzioni economiche imposte contro Mosca per la sua invasione dell’Ucraina. Secondo i paesi europei, invece, si tratterebbe solo dell’ennesimo pretesto per inasprire la guerra energetica della Russia contro l’Europa, la cui ultima mossa sarebbe proprio il blocco previsto per metà luglio.

L’Unione europea sta cercando di staccarsi dalla sua dipendenza dal gas russo, per non doversi più trovare in una situazione di possibile ricatto e smettere di finanziare l’economia di uno stato aggressivo e bellicoso. Nelle ultime settimane quasi tutti i paesi europei hanno aumentato le loro riserve di gas, in previsione di un inverno in cui i rifornimenti russi potrebbero essere interrotti del tutto. Solo in Italia in una settimana abbiamo portato i nostri serbatoi dal 55% al 60% della loro capacità massima.

Nel dettaglio la Russia ha già ridotto del 15% i flussi previsti dai contratti di fornitura per il nostro paese. La chiusura temporanea del Nord Stream porterà a una riduzione ancora maggiore del gas in arrivo e a un nuovo aumento dei pressi. I prezzi aumenteranno perché il mercato del gas è speculativo e ci sarà una ulteriore corsa all’accaparramento”, ha detto al Sole 24 ore il ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani.

Secondo il ministro le chiusure dei rubinetti russi impatterebbero l’Italia in maniera inferiore rispetto agli altri stati membri. “È chiaro però che avremo un inverno difficile e francamente nessuno vuole fare misure restrittive. Un conto è dire che abbassiamo la temperatura del riscaldamento di un grado, o dire che per qualche mese andiamo avanti con le centrali a carbone, un conto è dire che dobbiamo interrompere le attività”, ha aggiunto Cingolani.

L’obiettivo principale per il ministro è dunque accumulare gas anche se si stratta di “una corsa contro il tempo perché con la guerra in Ucraina la Russia sta chiudendo i rubinetti e l’inverno non è lontano”. Ma secondo Cingolani, l’Italia starebbe “procedendo con un ritmo molto regolare” con l’obiettivo di arrivare al 90% della capacità di stoccaggio entro la fine dell’estate. Un traguardo raggiungibile anche grazie alla diversificazione delle forniture che l’Unione europea sta portando avanti come blocco. Nell’ultimo mese, infatti, per la prima volta nella storia, l’Unione ha importato più gas dagli Stati Uniti che dalla Russia, di legge in una nota dell’Agenzia internazionale dell’energia riportata da Bloomberg.

Rispetto al tema bollette e prezzi, Cingolani ha annunciato lo stanziamento da parte del Governo di oltre 30 miliardi di euro in un anno per mitigare l’impennata dei prezzi. Intanto l’Arera ha registrato un aumento del 70,7% del prezzo della bolletta del gas e un incremento del 91% per la bolletta elettrica.



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di Kevin Carboni www.wired.it 2022-07-04 10:02:59 ,

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