Giovane strangolata: imputato, c’era un mostro nella mia testa – Campania

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Lui chiede scusa a famiglia e punta il dito contro agenti


(ANSA) – ROMA, 08 NOV – “Voglio chiedere scusa alla famiglia
di Rosa… avevo degli stupefacenti in testa… non ero io, era
un mostro che stava lì”. Ha preso la parola e fornito a giudici
avvocati e pm la sua versione dell’accaduto, Elpidio D’Ambra, il
31enne reo confesso dell’omicidio volontario, per futili motivi,
della 23enne Rosa Alfieri, avvenuto lo scorso febbraio a Grumo
Nevano, in provincia di Napoli.
   
Durante il processo, stamattina, ha chiesto e ottenuto dal
giudice il nullaosta per rilasciare dichiarazioni spontanee,
dichiarazioni durante le quali anche puntato il dito contro
l’operato dei poliziotti che lo hanno identificato e fermato
nell’ospedale San Paolo del quartiere Fuorigrotta di Napoli, il
giorno dopo l’omicidio.
   
“Non credo a quello che ha detto, come non gli crederà la
giuria”, ha detto dopo la fine dell’udienza Vincenzo Alfieri,
padre della giovane vittima, il primo a trovare la figlia senza
vita nell’abitazione di D’Ambra.
   
“Io ho grande fiducia nella Giustizia – ha aggiunto Vincenzo
Alfieri – e le scuse non le accetto: ha ucciso mia figlia, di
quali scuse parliamo. Solo una bestia può fare una cosa del
genere. Le sue sono parole dette per cercare di avere meno
danni, per avere una pena grave. Quello che ha detto, l’ha detto
per non prendere l’ergastolo”. (ANSA).
   

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