«Giustizia, alla Camera c’è stata slealtà. Sui reati ambientali forze di governo hanno votato contro»- Corriere.it

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di Virginia Piccolillo

Il deputato di Forza Italia sulla riforma: «L’ho difesa come Sandokan. In Consiglio dei ministri c’era stato un sì unanime al testo e alla fiducia. Se si fa un accordo poi lo si deve rispettare»

«Alla fine il risultato è stato conforme a quello della Commissione. Sì, c’è stata qualche assenza, ma alla riforma Cartabia sono mancati pochi voti. Anche se io, in Aula, ho dovuto fare Sandokan».

Sottosegretario Francesco Paolo Sisto, perché Sandokan?
«Ho difeso la norma dall’assalto dei malesi. E ho avuto un’idea di quello che sarebbe stato se non avessimo avuto i tempi ristretti».

Due ore e mezzo in commissione e mezza giornata in aula non è poco per riformare il processo penale?
«La decisione ferrea del presidente Draghi di portare a casa la riforma prima del semestre bianco per avere i soldi del Pnrr ha influito. Ma nella maggioranza la discussione c’era stata prima con gruppi e capigruppo. Dall’opposizione anche noi lamentavamo i tempi pressati della fiducia».

L’opposizione di FdI vi ha messo in difficoltà?
«Non temiamo l’opposizione agonistica ma la slealtà, che pure c’è stata».

Di chi?
«Nell’odg Muroni, sui reati ambientali, forze di governo non hanno votato con noi. Non è passato, ma è stato uno scollamento sgradevole. Spero un episodio occasionale».

Gli eco-reati non meritano tempi più lunghi?
«Il Cdm ha licenziato all’unanimità il testo e la fiducia. Se si fa un accordo va rispettato».

C’è chi spera nei decreti legislativi. L’M5S promette impegno. È un secondo round?
«È sempre il primo. Sarà la ministra Cartabia, con equilibrio, a verificare in modo severo che vi sia perfetta rispondenza alla delega data. Promettere guerra sui decreti legislativi sarebbe velleitario».

Nel testo c’è l’impugnazione straordinaria per sentenze Cedu. È un Quarto grado di giudizio utile a Berlusconi?
«No. Serve a rendere più fluida l’applicazione delle sentenze europee che noi recepiamo, ma in ritardo. La Cedu è una norma super costituzionale. Ma dipenderà da come sarà esercitata la delega, e quale meccanismo la renderà applicabile. Se serva a Berlusconi è ipotesi del terzo tipo: dell’impossibilità».

C’è chi teme che le proroghe non bastino a non mandare in fumo processi anche di mafia. Non è così?
«Non c’è prescrizione sostanziale fino alla fine del primo grado, poi 2-4 anni per l’Appello, e 1,5 per la Cassazione. Nessun rischio, è paura di volare».

O di schiantarsi: si dovrà anche valutare la «particolare» gravità del processo per avere le proroghe. Perché?
«Si chiede al giudice di essere fortemente responsabile e farlo solo in presenza di situazioni di particolari complessità logistica o gravità/difficoltà del reato. Siamo per la rappacificazione tra i migliori magistrati, avvocati e politici».

Gratteri, preoccupato, è fra i peggiori?
«Non giudico. Sono migliori quelli che cercano sinergie. Abbiamo fatto un passo avanti in nome della Costituzione che mette il cittadino al centro, ristabilisce la ragionevole durata del processo e principi di civiltà come le sanzioni alternative al carcere».

Sono previste per reati punibili fino a 6 anni. Non ci andrà più nessuno in cella?
«C’è idea che esista solo il carcere. Ma è l’estrema ratio».

Ma dissuasiva: nessuno teme lavori socialmente utili.
«Il punto è velocizzare. Le pene alternative servono a non intasare il dibattimento. Ed è il giudice a decidere».

Da giurista l’improcedibilità la convince?
«La riforma nasce da un compromesso indispensabile per il valore economico molto forte. Si poteva fare meglio? Come tutte le cose. Ma abbiamo previsto un meccanismo di atterraggio morbido. Se qualcosa non dovesse funzionare potremmo fare altri passi, ma sempre in avanti. Indietro non si torna più».

4 agosto 2021 (modifica il 4 agosto 2021 | 21:49)



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