Giustizia, c’è il primo sì alla riforma Cartabia Caos in Aula (e nella maggioranza)- Corriere.it

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di Virginia Piccolillo

Alla Camera 396 favorevoli: due no nel M5S. Partiti di governo divisi su due ordini del giorno

La maggioranza spaccata sulla tagliola agli ecoreati. Il rischio, per 5 voti, di andare sotto. La rissa sfiorata in Aula. I cartelli con su scritto Vergogna-Vergogna. Poi, dopo la relazione del governo affidata all’ex ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, il voto: 396 a favore, 57 contrari e 3 astenuti. Due dei no e un’astensione tra il Movimento. Un dissenso pi contenuto dei timori della vigilia. Come le assenze: 16. Mentre in FI non hanno votato in 26 e nella Lega 23. Ora sulla riforma Cartabia cala il sipario del primo atto. Si rialzer a fine estate, quando il Senato comincer ad esaminare per l’ok definitivo quel testo.

Ma l’amarezza di quel rospo ingoiato, ha segnato i Cinque Stelle. Anche ieri hanno subito il fuoco incrociato degli sfott di Forza Italia (e non solo) per il colpo di spugna sulla legge del “fine processo mai”, e dell’accusa degli ex compagni di Movimento, ora in Alternativa C’, di aver sottoscritto una riforma pericolosa per i processi e abiurato ai propri valori.

Ha provato a indorare la pillola l’ex Guardasigilli Bonafede. Abito lucido, meno capelli e meno supporter dei giorni dello Spazzacorrotti, si rivolto all’Aula e a tutta la comunit M5S. Per dire: La realt che oggi si vota la riforma Bonafede emendata dal governo Draghi. C’ lo stop alla prescrizione dopo la sentenza di primo grado. E per rivendicare che di fronte all’improcedibilit senza proroghe prevista dalla prima bozza del governo, abbiamo alzato le barricate. Siamo stati gli unici? Orgogliosamente s. nel nostro Dna essere in trincea per i valori della giustizia.

Parole che hanno un po’ rinfrancato i Cinque Stelle al termine di una seduta amara.

Accesa in mattinata dall’ordine del giorno di Rossella Muroni (Gruppo misto) che chiedeva di concedere proroghe ai processi per reati ambientali prima della tagliola dell’improcedibilit, come per quelli per mafia, violenza sessuale e traffico di droga. Riformulato dal governo, il gruppo Cinque Stelle ha annunciato il voto a favore, condiviso da esponenti dem. Alla fine stato respinto. Ma per un soffio: 186 no e 181 s.

Ma a far esplodere lo scontro in Aula stata FdI, con un odg a favore della responsabilit diretta dei magistrati. FI, Lega e Coraggio Italia hanno annunciato l’astensione e Iv il voto libero, perch tema di referendum che loro sostengono. Immediato il richiamo alla lealt della capogruppo dem Debora Serracchiani e di Federico Fornaro (Leu), diretto alla maggioranza. E la replica del renziano Roberto Giachetti: Non ho visto lealt quando in commissione con il M5S avete mandato sotto il governo o quando dal suo partito, Fornaro, stato insultato Draghi. Fornaro scattato verso i banchi di Iv. Subito richiamato da Fico.

Ma l’ultima stoccata FdI l’ha diretta al M5S. Chiamandoli al voto su un odg in difesa dell’ergastolo ostativo (lo stop ai benefici carcerari per mafiosi che non collaborano). Hanno risposto che non la sede — ha rimarcato Giorgia Meloni in un post —, ma combattere la mafia un dovere che va compiuto in qualsiasi luogo. Da Andrea Delmastro la chiosa: Da onest a omert.

3 agosto 2021 (modifica il 3 agosto 2021 | 23:09)



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