Gli Usa tornano a vendere armi a Taiwan, ira di Pechino

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AGI – Il dipartimento di Stato Usa ha approvato la vendita a Taiwan di quaranta obici da 150 millimetri per 750 milioni di dollari. Il ministero degli Esteri di Taipei ha ringraziato Washington per il via libera, che consentirà all’isola di rafforzare le sue difese in caso di un’invasione cinese. Si tratta della prima cessione di armamenti di grandi proporzioni approvata dall’amministrazione Biden. È attesa ora la luce verde del Congresso, dove la difesa di Taiwan è una causa bipartisan.

Il ministero degli Esteri cinese ha reagito minacciando contromisure “legittime e necessarie” e esortando gli Usa a “interrompere le interazioni militari con Taiwan e revocare immediatamente” la vendita.  La mossa di Washington, prosegue la nota della diplomazia di Pechino, “manda il segnale sbagliato alle forze separatiste” e “mette seriamente a repentaglio le relazioni tra Cina e Stati Uniti e la pace e la stabilità nello Stretto” di Taiwan.

Taiwan è soggetta a crescenti provocazioni militari cinesi, con voli pressoché quotidiani di aerei militari nella zona difesa da Taipei e l’invio di draghe nelle sue acque. Pechino è determinata a riannettere il territorio e grande pubblicità è stata data alle manovre dell’esercito che ne simulano l’invasione. 

La dottrina dell'”ambiguità strategica”

Gli Usa formalmente riconoscono la sovranità cinese sul Taiwan e non si sono mai impegnati a difenderla da un’eventuale invasione come Giappone, Corea del Sud e Filippine. La dottrina della cosiddetta “ambiguità strategica” americana prevede comunque la vendita di armi a Taipei e l’opposizione a qualsiasi cambiamento del suo status ottenuto con la forza.

Le forze armate di Taiwan, pur tra le più addestrate del mondo, sono incomparabili a quelle cinesi e soffrono di un equipaggiamento obsoleto, in particolare per quanto riguarda l’aeronautica. Gli obici mobili sarebbero uno strumento chiave nel fermare un’invasione in quanto consentirebbero fuoco di artiglieria diretto sulle imbarcazioni per il trasporto di truppe e sulle spiagge dove potrebbero sbarcare i soldati di Pechino.

L’ex presidente Usa, Donald Trump, durante il suo mandato aveva approvato ingenti vendite di armamenti a Taiwan, che comprendevano droni, aerei da combattimento di nuova generazione e piattaforme per il lancio di missili.



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