Gualtieri in pole al ballottaggio. Il sondaggio Swg per il Messaggero

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La gara del primo turno finirà con Michetti in testa e Gualtieri poco sotto, e con i due pronti a sfidarsi al ballottaggio. Calenda si piazza terzo e la Raggi quarta. Questa la fotografia scattata da Swg per il Messaggero, a due settimane dal voto per il Campidoglio. E’ il sondaggio più fresco e più approfondito sulle elezioni a Roma e descrive, in vista del secondo turno, una situazione di bipolarismo centrodestra-centrosinistra con Michetti e Gualtieri che si combattono su percentuali tra loro vicine.

Sindaco di Roma, il sondaggio Swg per il Messaggero

Il report quota Michetti primo classificato in una forchetta che va dal 29 al 33 %. Lo incalza Gualtieri con il 26-30 %. Seguono Calenda (18-22 %), Raggi (15-19 %) e gli altri (3-5 %). Poi però al ballottaggio, secondo questi rilevamenti, prevarrebbe il candidato del centrosinistra per 58 a 42, forte dell’arrivo di una quota dei voti andati ai calendisti e ai grillini in prima battuta. Il centrodestra si sarebbe aspettato – ma questo è un sondaggio, poi bisognerà contare i voti reali – uno stacco maggiore alla fine del primo turno tra Michetti e Gualtieri, calcolando la forza dei partiti della coalizione a Roma.


E invece Michetti prende meno voti rispetto a quelli delle liste a lui collegate (queste al 34,5, lui come candidato sindaco non più del 33). La partita naturalmente è aperta. E intanto va registrato che, rispetto a un altro sondaggio Swg, di una settimana fa, Michetti e Calenda stavano un punto sopra rispetto ai dati di questa nuova fotografia, mentre Gualtieri stava un punto sotto e quindi avrebbe guadagnato un punto in una settimana. Questo per dire che variazioni, da qui al 3 e 4 ottobre, ce ne saranno. E potrebbero riguardare anche gli indecisi.

GLI INDECISI

Nel sondaggio per il Messaggero, la quota di quanti ancora non hanno scelto chi votare è del 44 %. Che è abbastanza alta. Ma secondo gli esperti di flussi elettorali, quando gli indecisi sono sotto alla soglia del 50 % non incidono sul risultato. Perché molti di loro non andranno a votare, e al massimo il 5 % lo farà. Quindi non bisogna attendersi grandi ribaltoni rispetto alle ultime previsioni? Questo si vedrà. Infatti Enrico Letta, guardando alla partita di Roma ma non solo a questa, sta avvertendo i suoi: «Umiltà e prossimità con la gente, così dobbiamo comportarci. E non guardiamo i sondaggi». La paura del segretario del Pd è che i sondaggi favorevoli possano dare un senso di sicurezza e spingere i militanti e i candidati a un disimpegno. Sull’altro fronte, chi conduce la campagna elettorale di Michetti ha questa carta da giocare: puntare per il rush finale su un protagonismo molto più accentuato di Salvini e di Meloni sulla piazza romana. 

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