Il debutto di Meloni al Palazzo di Vetro. Ma al Consiglio di sicurezza non parla con Zelensky e Lavrov
Le Nazioni Unite non possono voltarsi dall’altra parte. Come hanno contribuito in passato a sconfiggere la schiavitù, devono battersi per debellare il traffico illegale di migranti, che è oggi su scala mondiale «più profittevole» del traffico delle armi e della droga. Giorgia Meloni ha passato giorni a limare il suo primo discorso da premier da scandire nella notte italiana al Palazzo di Vetro, per spronare l’Assemblea generale alla sua 78esima riunione a dichiarare «una guerra globale e senza sconti ai trafficanti di esseri umani». Ma il debutto della leader di Fratelli d’Italia all’Onu farà discutere anche per la scelta «pop» di disertare il ricevimento di Biden e attovagliarsi in una pizzeria italiana e per non aver preso la parola in un Consiglio di sicurezza «storico», che ha visto la sfida tra il presidente ucraino Zelensky e il ministro russo Lavrov.
Si trattava di una sessione speciale e l’intervento di Meloni era annunciato, ma lei ha deciso di inviare al suo posto Antonio Tajani. Perché? Nessun giallo, assicurano i collaboratori della premier, la ragione per cui non ha preso la parola al Consiglio è perché «aveva incontri bilaterali con i Paesi africani». Il suo intervento è slittato di due ore e fare entrambe le cose sarebbe stato «impossibile». A quel punto, tra annullare i…
Author: Monica Guerzoni, inviata a New York
Data : 2023-09-20 23:33:19
Dominio: www.corriere.it
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