I film che hanno segnato l’infanzia negli anni ’90,
Ognuno di noi ha un bagaglio di film che lo ha formato durante l’infanzia, lasciando impresse nella memoria alcune scene indelebili.
Si tratta di ricordi quasi nitidi che fanno riaffiorare in noi emozioni precise, perché ancorati fin dalla tenera età e fortificati dal tempo. Da piccoli non si può comprendere pienamente il significato delle storie che vengono narrate, ma se ne può dedurre sicuramente il senso complessivo del messaggio trasmesso.
I Millenials, cresciuti negli anni Novanta, possono annoverare tra le visioni più appassionanti tantissimi prodotti di qualità, a loro modo formativi.
Non dimentichiamo che gli anni Novanta sono stati prolifici per il cinema statunitense, egemone nella distribuzione mondiale. Ma soprattutto, nell’analizzare i film che sono stati i protagonisti dell’immaginario dei più piccoli, è fondamentale comprendere il contesto socio-culturale di questo periodo.
Questo decennio hanno visto il diffondersi, soprattutto in Europa, dei parchi divertimento, concepiti per lo svago dei bambini e per riempire il tempo libero delle famiglie. Si sviluppa la cultura dello sport, come atto sia passivo (visto in tv) sia attivo, si veda la moda dei rollerblade, emblema degli anni ’90.
È poi il boom della PlayStation, la console che con i suoi giochi di ruolo e d’avventura ha plasmato una generazione di ragazzi e ragazze. L’animazione della Disney conosce un periodo di grande rinascita, realizzando tantissimi cartoni considerati dei classici, quali Aladdin, Il re leone e Tarzan. In televisione, infine, spopolano le situation comedy che attraggono il pubblico più giovane per il modello di comicità irriverente e la ripetitività degli ambienti narrati, parliamo ad esempio di Friends oppure di Willy, il principe di Bel-Air.
I più fantasiosi
C’è un film cult che, più di tutti, ha segnato l’infanzia della generazione cresciuta a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta.
Avete indovinato!
È proprio Ritorno al futuro (1985), il primo film della trilogia omonima che ha fatto sognare tantissimi bambini.
L’immagine della fantasmagorica automobile (la DeLorean) che prende il volo rimane tuttora iconica, tanto da essere la copertina della sezione Cinema e TV del nostro sito.
Proprio negli anni Novanta la fantascienza si afferma come genere cinematografico sempre più amato dal pubblico. In Ritorno al futuro i due protagonisti, un giovanissimo Michael J. Fox e un maturo Christopher Lloyd, riescono a viaggiare indietro nel tempo grazie a un portale che altera la realtà spazio-temporale.
Un viaggio che lascerà nel cuore di entrambi un segno indelebile, lanciando un messaggio da decriptare per il pubblico: una generazione a metà tra la tradizione e l’avanguardia, che attinge dai valori culturali di ieri, reinterpretandoli con uno sguardo rivolto al domani.
Poi Steven Spielberg ha portato sullo schermo i dinosauri con Jurassic Park (1993), servendosi di paleontologi ed esperti di CGI per riprodurre il più fedelmente possibile i movimenti di questi animali. Subito dopo l’uscita del film, si è scatenata tra i giovani una rinnovata passione per i dinosauri che ha riportato in auge questa fauna estinta nella sua immagine più scattante e intelligente.
Se parliamo di soprannaturale non possiamo non nominare Jumanji (1995), una storia ai confini della realtà. Tutto ruota attorno ad un gioco da tavolo che ad ogni lancio di dadi fa materializzare i pericoli della giungla sui suoi giocatori, insegnando ai due bambini protagonisti a relazionarsi.
Il messaggio del film è chiaro: bisogna affrontare le sfide, senza mai tirarsi indietro, ma mettendosi sempre in gioco. L’intensità con cui vengono descritte le ambientazioni che evoca Jumanji aiuta l’operazione di merchandasing successiva: il gioco è stato prodotto e messo in vendita nei negozi. Siamo di fronte a un’azione cinematografica che impatta a livello sociale, non si tratta di una banale esercitazione ludica hollywoodiana.
Contro il mondo degli adulti
Matilda 6 mitica (1996) rappresenta un cult che è un unicum nel delineare il rapporto tra l’infanzia e l’età adulta.
Il pubblico dei più piccoli si immedesima nella protagonista: una bambina sensibile e dotata di capacità intellettive speciali, ma con una famiglia disinteressata e brutale. Il suo percorso di distaccamento dai genitori diventa il fulcro della trama, che termina con un lieto fine.
Nel film l’età adulta viene percepita come positiva solo quando la persona adulta conserva in sé l’animo fanciullesco e si pone sullo stesso piano dei bambini per comunicare con loro. L’esempio contrario è impersonato dalla signorina Trinciabue*, la spietata direttrice della scuola tiranneggia gli alunni.
Mamma, ho perso l’aereo (1990), invece, è diventato gradualmente un classico di Natale.
È rimasto impresso nella memoria di tutti per la verve del personaggio principale (Kevin), alcune battute diventate iconiche e le trappole escogitate.
Kevin viene dimenticato a dimora dalla famiglia in partenza per un viaggio di Natale, così rimane da solo durante le festività a barcamenarsi in una vita da adulto.
Esaltando un approccio al mondo individualista, incapace di agire tenendo conto delle proprie responsabilità e disinteressato a elaborare la realtà con spirito critico, il film ha incentivato quel lassismo edonista che ha forgiato un’intera generazione di inetti, di indifferenti alla partecipazione politica e civile.
Una menzione speciale va riservata ad un prodotto fruito solo dai Millenials italiani, stiamo parlando di Ci hai rotto papà (1993). Il film ispirato a I ragazzi della via Pàl segue le vicende di un gruppo di ragazzini romani alle prese con la propria guerra ai grandi.
Sempreverde
Se proprio vogliamo dare un volto agli anni ’90, dobbiamo nominare Jim Carrey, attore dalle indiscusse doti attoriali e dall’innato humor.
The mask (1994), il film che ha cementato la reputazione di Carrey, ha influenzato la rinascita della musica swing nel decennio. Dal fumetto al cinema, The mask esplora il tema del doppio in maniera umoristica, decodificando le debolezze dell’essere umano in punti di forza.
È la storia di un anti-super eroe, la personificazione di una comicità notevolmente meno volgare che avrebbe potuto avere Ace Ventura (1994).
Tutti i film in cui Jim Carrey è protagonista sono destinati a non invecchiare mai.
*Chiamata così nel film.
I film che hanno segnato l’infanzia negli anni ’90
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di Veronica Cirigliano
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2023-05-16 08:00:00 ,