Il presidente: «Così l’io si è trasformato in noi». «Per noi l’amore per la propria nazione non può essere disgiunto dall’amore per l’Europa. Nessuno può trovare uno sviluppo adeguato al di fuori del contesto europeo»
Un anno fa invitaste Mario Draghi e a molti parve una investitura. Avevate previsto tutto?
«Ma no — replica con un sorriso Bernhard Scholz, presidente del Meeting di Rimini — l’invito risaliva all’ottobre del 2019, quando la crisi politica non era prevedibile. Siamo, però, contenti che il suo intervento abbia attirato attenzioni a livello nazionale e internazionale e ci conforta che le sue riflessioni stiano trovando realizzazione».
«Il piano europeo Next Generation Eu raccoglie anche le sue sollecitazioni. È uno sguardo lungimirante rivolto alle giovani generazioni a cui noi da tempo siamo attenti».
Come valuta i primi sei mesi del governo Draghi?
«Ha avviato molto bene il Pnrr. Ora ci sono molte riforme difficili ed importanti da realizzare. Ma con Draghi l’Italia è tornata ad un ruolo di leader in Europa».
Il Meeting 2021 si apre con il presidente della Repubblica. Cosa vi aspettate che dica?
«Una riflessione sul futuro dell’Italia e dell’Europa. Mattarella è venuto a Rimini nel 2016 e già allora sottolineò l’importanza dei legami europei. Così come l’invito ai giovani a mettere in gioco i loro talenti».
Eppure, il tema del Meeting («Il coraggio di dire io») sembra quasi un invito all’individualismo.
«E invece è l’esatto contrario. Quel titolo, ripreso da Kierkegaard, nasce dalle esperienze virtuose che abbiamo vissuto durante il lockdown. Abbiamo assistito ad assunzioni di responsabilità straordinarie, ad una solidarietà diffusa che ci hanno consentito di affrontare la pandemia e di rialzare la testa. L’assunzione di responsabilità del singolo è diventata la forza collettiva, l’io si è trasformato in noi».
Sembra una bocciatura del sovranismo.
«L’importante è vivere un patriottismo equilibrato, l’appartenenza ad una patria va vissuta in modo accogliente. Solo così si può porre un argine a forme di nazionalismo che stanno rinascendo».
«Per noi l’amore per la propria nazione non può essere disgiunto dall’amore per l’Europa. Nessuno può trovare uno sviluppo adeguato al di fuori del contesto europeo».
Martedì 24 a Rimini saranno presenti i leader dei principali partiti (da Letta a Conte, da Meloni a Salvini). Un confronto che non ha eguali. Cosa gli chiederete?
«Il tema che poniamo è “il ruolo dei partiti”. La risposta ci può aiutare a capire come evolverà la democrazia. Perché i partiti devono tornare a promuovere occasioni di conoscenza e di dibattito. Non si può ridurre tutto a slogan e a singole leadership».
In Italia oggi funziona così.
«È un problema generale. Si tende a semplificare tutto mentre ci troviamo a vivere e lavorare in un mondo mai così complesso. Bisogna abbattere gli steccati e lavorare per il bene comune, lasciando da parte le ideologie».
Parlerete anche di ius soli e ddl Zan?
«Non in modo specifico. Quanto al primo, noi pensiamo che non ci sia vera integrazione senza formazione e lavoro. Quanto al secondo, il contrasto alle discriminazioni non può mettere a rischio la libertà di opinione».
Quale messaggio vorrebbe uscisse dal Meeting?
«Una rinnovata attenzione alle giovani generazioni e un invito alla società civile perché non deleghi tutto alla politica e concorra a costruire un futuro migliore».
17 agosto 2021 (modifica il 17 agosto 2021 | 22:41)
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