I punti fermi tra tatticismi ed embrioni di alleanze | La nota di Massimo Franco

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Al di l dei tatticismi, che pure pesano, lo scontro sulla legge Zan in materia di omofobia rappresenta un’ulteriore dimostrazione di quanto alleanze e schieramenti tendano a modificarsi. La sintonia tra Matteo Salvini e Matteo Renzi, col loro tentativo di mediazione, prefigura non solo una soluzione diversa da quella proposta da Pd e M5S. D corpo al fantasma di una possibile alleanza in fieri, destinata a manifestarsi prima sulla scelta del prossimo capo dello Stato; e poi, magari, a tradursi in un embrione di cartello elettorale.

Si tratta di smottamenti tipici di questa fase, che accelera la scomposizione di movimenti e partiti, senza chiarire come si ricomporranno. Il simbolo del caos rimane il M5S, con la sua impossibilit di scindersi e insieme di rimanere unito; e dunque rassegnato a rinviare qualunque chiarimento interno tra il fondatore Beppe Grillo e l’ex premier Giuseppe Conte. Ma anche le altre forze della coalizione guidata da Mario Draghi sono in tensione.

Non solo il Pd; le stesse Lega e Iv, costrette a fare i conti con un quadro in costante evoluzione. Le agende parlamentari delle forze di maggioranza continuano a scontrarsi anche sui vaccini e sulle restrizioni legate alla pandemia. E probabilmente lo faranno su altri temi, come si visto nelle ultime ore a proposito di collocazione europea. Per questo va registrata come un punto fermo la riaffermazione ripetuta del ruolo italiano nell’Unione con un raccordo a distanza tra Draghi e il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in visita ieri in Francia. Anche perch nel recente passato c’era stata una tentazione grillina di dialogare con il ribellismo dei gilet gialli francesi. E, nei giorni scorsi, riaffiorata un’ombra di ambiguit a destra sui rapporti con il sovranismo euroscettico.

Non perdere la bussola dei referenti internazionali in una fase di cambiamenti non governati, anzi spesso subti, un modo per stimolare le forze politiche a non perdere di vista ci che conta. In fondo, nel richiamo alla solidariet tra nazioni si avverte quello, indiretto, a una condivisione delle responsabilit tra i partiti. un modo per additare quanto siano inopportune e rischiose le divisioni sul modo di combattere la pandemia del Covid. E quanto potrebbe diventarlo di nuovo un focolaio polemico sull’immigrazione clandestina attraverso il Mare Mediterraneo. Anche l, al di l della linea muscolare di un sovranismo che divide e non risolve il problema, la chiave sar quella doppia della solidariet interna e dell’appoggio delle altre nazioni. Altrimenti, si potrebbe scoprire presto che chi grida di pi contro l’invasione, alla fine chi, in Europa, alla fine lascer un’Italia incattivita e pi sola.





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