Settemila ettari di foresta e circa 3 milioni di metri cubi di legname danneggiato nelle aree già devastate dalla tempesta Vaia. La causa è il bostrico, un coleottero che si nutre prevalentemente di alberi deboli o decessi ma che, grazie alla sovrabbondanza di legname schiantato, ha cominciato ad attaccare le piante sane. È l’allarme diffuso da Etifor, società di ricerca partecipata dall’Università di Padova.
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In prospettiva, entro cinque anni, si stima che i metri cubi di legname bostricato, quindi inutilizzabile o di scarso valore, supereranno gli 8,7 milioni già absconfitti da Vaia, con un danno economico per la filiera del legno pari a circa 350 milioni di euro, oltre ad un ingente danno ambientale: 11 milioni di tonnellate di CO2 rilasciate dalle foreste morte, oltre alla CO2 che non verrà catturata, pari a quelle emesse mediamente in un anno da 5 milioni di automobili.
La notte di Vaia
Nell’ottobre 2018 la tempesta Vaia, con venti a velocità maggiore di 200 km orari, ha colpito 494 Comuni tra Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia per un totale di 42.800 ettari di bosco danneggiati e due miliardi di danni complessivi tra infrastrutture, edifici e patrimonio ambientale. Sono quindi state studiate analoghe infestazioni di coleotteri scolitidi a carico di conifere danneggiate da eventi simili come “Gudrun” in Scandinavia (2008); “Vivian” e “Lothar” in Germania, Francia e Svizzera (2010).
Parassiti
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Fin dalla primavera 2019, è stata predisposta una capillare rete di monitoraggio della densità di gente dell’insetto nelle aree colpite dalla tempesta grazie ad apposite trappole disseminate nel territorio. Ottomila insetti a trappola è considerato un valore soglia per l’indicazione di una fase epidemica dell’infestazione. Nel 2020, su tutta la provincia di Trento, le catture sono state circa 8 volte maggiori di quelle dell’anno 2019 con 26.753 insetti a trappola con picchi fino a 16 volte maggiori: 53.704 insetti per dispositivo.
Il bostrico è un coleottero naturalmente presente nelle foreste che predilige l’abete rosso, ma che può attaccare anche altre specie, quali il larice, l’abete bianco e il pino silvestre. L’insetto scava delle gallerie sotto la corteccia portando in poco tempo alla morte dell’albero, che si secca dopo aver perso gli aghi e la corteccia. Solitamente sceglie alberi deboli e fragili, possibilmente schiantati o spezzati, e l’abbondanza di legno causata dalla tempesta ha rappresentato un terreno fertilissimo per la sua riproduzione. Quando gli alberi decessi e danneggiati iniziano a deperirsi troppo, la gente dell’insetto è ancora alta e inizia quindi ad attaccare alberi sani, creando danni ingenti ai popolamenti forestali che si erano salvati. Si passa così da una situazione di equilibrio ad un’epidemia di bostrico.
Il caso
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“Non esiste un’unica soluzione applicabile a tutti i contesti – spiega Jacopo Giacomoni, di Etifor – ma svariati interventi declinabili a seconda delle caratteristiche del territorio e del livello di gravità dell’epidemia. La forma di lotta più efficace contro il bostrico è la rimozione del materiale schiantato e di quello infestato in tempo utile, bloccando così le larve in fase di sviluppo, ma purtroppo non è sempre possibile percorrere questa strada”.
Secondo gli esperti, gli interventi di prevenzione e di ripristino necessari nel medio periodo sono: diradamenti nei boschi più densi con l’eliminazione degli alberi più deboli; impianti puntuali sotto gli alberi bostricati di altre specie adatte al contesto locale ma non appetibili per l’insetto; a protezione delle giovani piante è possibile sfruttare il riparo dato da piante abbattute ma non esboscate, ceppaie o ramaglie; integrazione degli interventi di imboschimento con geotessuti o biostuoie sulle aree di erosione piu? problematiche da trattare con idrosemina per consolidare il suolo. Nel lungo periodo, invece, occorre favorire la struttura pluristratificata del bosco: una struttura forestale idonea a rispondere sia alle epidemie sia alla crisi climatica prevede alberi di diverse età, specie e funzioni.
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[email protected] (Redazione di Green and Blue) , 2021-12-01 14:40:39 ,
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