Il rapporto dell’Intelligence: “Iran e Russia cercarono di interferire nelle elezioni”

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AGI – Russia e Iran hanno cercato di influenzare le elezioni americane del 2020, per danneggiare Joe Biden e favorire Donald Trump. Anche la Cina avrebbe pensato di interferire, per poi ripensarci. Il meccanismo di registrazione e conteggio dei voti, però, non sarebbe stato alterato. E’ quanto emerge da un dossier dell’Intelligence americana presentato il 7 gennaio all’allora presidente Trump, e emerso ieri, martedì.

Il documento è stato redatto dall’Odni, Office of the Director of National Intelligence, la direzione che riunisce tutte le agenzie federali di spionaggio e controspionaggio americano. Mentre non risultano alterazioni al meccanismo di voto, si legge nel report, l’Intelligence sostiene che il presidente russo Vladimir Putin “autorizzò, e un gruppo di organizzazioni governative russe guido'”, operazioni per screditare Biden e il partito Democratico in favore di Trump.

La campagna del Cremlino ha cercato di minare la fiducia degli americani verso il processo democratico e infiammato le divisioni, ma i cyber russi non sarebbero riusciti ad accedere ai software che hanno gestito le elezioni. “Un elemento chiave della strategia di Mosca – scrive la direzione del controspionaggio – è stato usare persone vicine all’Intelligence russa per diffondere notizie false su Biden tra “media, personale del governo, personaggi pubblici di rilievo e persone vicine all’ex presidente Trump e alla sua amministrazione”.

Tra i nomi indicati figura quello di Andriy Derkach: parlamentare ucraino pro-Russia, Derkach ha accusato Biden di essere coinvolto in un giro internazionale di riciclaggio di denaro con la compagnia energetica ucraina Burisma, del cui board aveva fatto parte in passato il figlio Hunter. Derkach incontrò l’avvocato personale di Trump, Rudy Giuliani, nel 2019, anno in cui erano emerse le prime accuse nei confronti di Biden.

A ottobre, secondo il report degli 007, Russia e Iran hanno provato a interferire sulle elezioni, cercando di ottenere i dati di registrazione del voto. L’amministrazione Trump aveva accusato Teheran di aver inviato email agli elettori americani, ufficialmente risultate spedite da un gruppo di estrema destra. Secondo il dossier, anche la Cina avrebbe “preso in considerazione” l’ipotesi di interferire ma poi l’avrebbe scartata perché il “rischio non valeva” il risultato. 

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