Umberto Bossi, zitto zitto, senza far rumore, superato l’ennesimo acciacco (l’ultimissimo problema di salute è stato un dolorosissimo fuoco di Sant’Antonio), come racconta Libero, è tornato a calpestare i velluti del Senato. Mancava dal febbraio 2019 quando accusò un malore (si parlò di un ictus, ma la famiglia ha sempre smentito). Il suo stretto entourage spiega che il Senatùr, ormai ad un passo dagli 80 anni che compirà a settembre, ha visto con favore la scelta della Lega di dare sostegno a Mario Draghi, entrando in una maggioranza anomala per la prima forza del centrodestra. E la sua presenza a Roma, per quanto improvvisata e per ora isolata, ha voluto anche essere un segno di attenzione nei confronti del nuovo presidente del Consiglio.
La passione per i versi
Quando si sentirà più in forze, la sua presenza in Senato si farà più assidua. Bossi, per ora, trascorre le sue giornata a Gemonio, fra visite di amici e sostenitori e qualche rara uscita (l’immagine qui pubblicata è recentissima e gira sui social). Chi lo frequenta racconta che ha ripreso a coltivare una vecchia passione, quella per le poesie in dialetto lombardo. Versi dedicati alla cultura popolare, alla sua gente e al territorio che sono sempre stati il suo riferimento anche in politica. Una delle poesie a cui è più legato («Na mameta», una nonnetta) la utilizzò nel 2020 per il biglietto di auguri di Buon anno.
Le poesie
Eccone alcuni versi:
Na mameta l’è drè a fa un majon
Par ul naudin,
ca la ved Do voelt a l’an.
E sa strasisan cun la lana
Anca i regord di sò fiœu
Da la sò vita e dul sò om
Suteràa in d’un paeš
Par le inscì luntan.
L’è chì ai vegioni da tri an.
Un dì ca l’è riusìi a scapà fœura
Dul cancel,
L’ha traversàa u stradun
E l’ha podüü vardà giò in
Da la val.
In fund, dopu ul lach,
Gh’è ul sò paeš,
I sò gent
E i sò straa da la memoria,
I sò radis
E ul sentiment
TRADUZIONE
Una nonnetta sta facendo un maglione
Per il nipotino, che vede
Due volte all’anno.
E si consumano con la lana
Anche i ricordi dei suoi figli,
Della sua vita e del marito
Sepolto in un paese
Per lei tanto lontano.
E’ qui all’ospizio da tre anni.
Un giorno che è riuscita a scappare
Fuori dal cancello,
Ha attraversato lo stradone
E ha potuto guardare giù
Nella valle.
In fondo, dopo il lago, c’è il suo paese,
La sua gente
E le sue strade della memoria
Le sue radici.
E l’integrità mentale
Eccone un altra intitolata «Due ragazzi»
DÜ FIOEU
Aj varan nagott
Sti dü fioeu.
Von di nostar
E un teron.
Butej den na boza
Cui tulitt di tumatis voeuj
E i cart dul büter.
Cinquant’ann in düü
Hinn nia poch.
I pobi ogni vot an
I padron ja sbatan giò.
TRADUZIONE
Non valgono niente
Questi due ragazzi.
Uno dei nostri
E un terrone.
Buttateli in una buca
Con i barattoli dei pomodori vuoti
E le carte del burro.
Cinquant’anni in due.
Non sono pochi.
I pioppi ogni otto anni
I padroni li sbattono giù.
4 aprile 2021 (modifica il 4 aprile 2021 | 15:51)
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