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Data : 2023-02-06 15:24:25
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Uno dei metodi usati nel mondo per autenticare i voti e impedire le frodi elettorali è macchiare il dito di chi vota con uno speciale inchiostro indelebile: in quel modo si rende la persona riconoscibile e le si impedisce di votare due volte. È un metodo usato da decenni in tantissimi paesi, che nel corso del tempo ha causato anche diversi problemi: c’è chi ne ha messo in dubbio la validità, magari per fini politici, ma anche chi ha sfruttato la riconoscibilità dovuta all’inchiostro per minacciare le persone spingendole a non votare.
L’inchiostro elettorale indelebile è stato usato fin dagli anni Sessanta ed è ancora utilizzato in diversi paesi: normalmente viene usato come ulteriore garanzia assieme ad altre forme di verifica dell’identità degli elettori, come i documenti.
Concretamente funziona così: una volta arrivato al seggio l’elettore viene invitato a immergere il proprio dito (l’indice, di solito il sinistro) in una boccetta di inchiostro, o in una spugna impregnata, oppure viene fatto sul dito un segno con un pennello o una penna. Molto spesso l’inchiostro è viola, altre volte è blu: a contatto con la pelle può cambiare colore e diventare nero o marrone. Di solito si fa in modo che l’inchiostro raggiunga anche la cuticola delle dita, cioè le pellicine intorno alle unghie, da cui è più difficile rimuoverlo.
Nel corso del tempo l’inchiostro elettorale indelebile è stato usato da oltre 100 paesi nel mondo. Molti di questi, asiatici ma anche africani, si sono riforniti in una delle più grosse aziende produttrici di inchiostro elettorale indelebile, la Mysore Paints, indiana e fondata nel 1937 dal principe indiano Krishnaraja Wadiyar IV, che quando morì tre anni dopo era una delle persone più ricche del mondo.
Attorno alla vendita di inchiostro elettorale indelebile c’è tutto un giro di affari: con la sola vendita di inchiostro usato alle elezioni indiane del 2019 la Mysore Paints ha guadagnato l’equivalente di circa 3 milioni di euro, con circa 2,6 milioni di boccette di inchiostro vendute in tutta l’India, dove votarono circa 900 milioni di persone.
A rendere l’inchiostro elettorale indelebile è il nitrato d’argento, la stessa sostanza contenuta nelle matite utilizzare per votare nei seggi elettorali di altri paesi, tra cui l’Italia. Permette all’inchiostro di restare sulla pelle per circa un mese. Gli inchiostri usati per votare devono essere testati e approvati da una serie di protocolli che ne assicurino l’idoneità per quel tipo di utilizzo.
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L’inchiostro elettorale è considerato un metodo efficace per evitare le frodi elettorali, al pari di altri usati da altri paesi. Tuttavia c’è chi nel tempo ne ha messo in dubbio la validità, sostenendo per esempio che sia più facile del previsto rimuovere l’inchiostro dalle dita e quindi votare due volte. Su YouTube ci sono vari video che spiegano come farlo, consigliando per esempio di strofinare sulle dita il succo di limone, il sale o altre cose, a volte le più disparate.
In alcuni paesi questo tipo di obiezione è stata usata per cercare di bloccare le elezioni o per contestarne il risultato. È successo alle elezioni presidenziali in Afghanistan nel 2004, dove quasi tutti i candidati che competevano con l’allora presidente Hamid Karzai (che poi vinse) annunciarono di voler boicottare le elezioni perché non si fidavano delle misure anti-frode: sostennero in particolare che l’inchiostro usato per segnare le dita degli elettori non fosse abbastanza indelebile.
Un paese in cui furono contestati i risultati sulla base dell’inchiostro elettorale è la Malaysia. Alle elezioni politiche del 2013 venne introdotto per la prima volta nel paese il metodo di autenticazione dell’inchiostro (era da qualche anno che il parlamento discuteva di introdurre nuovi metodi per migliorare i metodi anti-frode alle elezioni): l’opposizione alla coalizione che aveva appena vinto le elezioni contestò i risultati definendoli non validi a causa di frodi elettorali, sostenendo anche in questo caso che l’inchiostro non fosse abbastanza indelebile.
In altri casi il sistema dell’inchiostro elettorale è stato usato per controllare gli elettori, impedendo loro di votare. È successo in Perù, dove in occasione delle elezioni presidenziali del 1985 il gruppo terroristico Sendero Luminoso intimò ai civili di non votare, minacciando di tagliare le dita ai figli di chi aveva il dito macchiato di inchiostro. È successo anche in Afghanistan, dove negli anni passati i talebani hanno più volte minacciato gli elettori di tagliar loro le dita nel caso in cui avessero votato, sfruttando la riconoscibilità data dall’inchiostro. In alcuni casi lo hanno fatto.
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