«Il voto nei Comuni non è un test. Il nuovo corso è appena iniziato»- Corriere.it

0


di Monica Guerzoni

Il leader dei Cinque Stelle: «Ai comizi i cittadini mostrano entusiasmo, singolari le critiche alla mia linea»

Giuseppe Conte risponde al cellulare da Locri a metà pomeriggio, quando sui social e sui siti già rimbalza la polemica che lo ha investito. Popstar come Fedez e Mahmood lo criticano per i suoi affollatissimi comizi e il presidente del Movimento, complice la linea telefonica che va e viene, la prende alla larga: «Sono giorni che chiediamo al governo il superamento degli attuali limiti di capienza per cinema, teatri, sale da concerto ed eventi sportivi». I cantanti chiedono perché loro devono rispettare le distanze di sicurezza ai concerti, mentre i politici no, ma l’ex premier glissa e insiste sul tasto politico: «Agli artisti ho risposto chiaramente. Dobbiamo ripartire tutti insieme e subito perché con queste restrizioni la filiera della cultura, dello spettacolo e dello sport sta soffrendo pesanti sacrifici».

Il tour di Conte, partito dal Nord e destinato a chiudersi con un doppio appuntamento a Roma e a Napoli, è approdato in Calabria e anche al Sud l’avvocato riempie le piazze. La cosa ovviamente lo inorgoglisce, ma vista l’aria l’avvocato sorvola: «Quanti chilometri ho macinato? Meglio che non lo dico… Parliamo piuttosto di quel che la gente mi chiede. Poter lavorare, fare impresa con regole chiare e controlli certi. Servizi sanitari di qualità, reti infrastrutturali più sicure ed efficienti, investire di più in asili, scuole, università e ricerca». Cade la linea, poi Conte riprende il filo: «Le persone vogliono una classe politica che pensi a loro e non continui a ripiegarsi su se stessa e su interessi di bottega». Il governo Draghi non pensa agli italiani? «Non dico questo, dico che le forze politiche che sostengono il governo devono avere posizione chiare e assunzioni di responsabilità precise».

Il bersaglio è quella parte di Lega che accarezza la minoranza no vax e non vota il certificato verde. «Non possiamo scherzare — ammonisce il leader del M5S —. Non credo corretto invocare la libertà di “incoscienza” dei parlamentari sul green pass, come fa Salvini. Il Paese ha sofferto tanto e i vaccini sono l’unico strumento per salvare le vite e uscire dalla pandemia. La Lega continua ad avere ambiguità e incertezze sulle misure per mettere in sicurezza il Paese». Ambiguità e incertezze sulla linea del governo ci sono anche nel M5S e Conte è il primo a saperlo, ma al successore l’ex premier conferma pieno sostegno: «Stiamo in maggioranza per risolvere problemi concreti e non per affermare posizioni ideologiche». A Palazzo Chigi non hanno dimenticato le giornate di passione sulla riforma Cartabia, che sta concludendo il suo iter in Parlamento, eppure Conte rivendica quella difficile mediazione: «Con il premier Draghi siamo stati molto chiari, siamo il primo gruppo parlamentare e non rinunciamo alle nostre battaglie. Non potevamo rischiare il collasso della giustizia penale. Ma agiamo sempre in modo leale e trasparente».

La linea si perde di nuovo, quando Conte torna al telefono si è fatto buio: «Mi chiede se sono dispiaciuto per le critiche dei miei sponsor? Io non ho sponsor, non ne ho mai avuti. Ma trovo singolari le critiche sulla linea politica che mi vengono mosse». Sbaglia chi le rimprovera di essere poco incisivo, troppo diplomatico e forse non troppo chiaro? «Se i giornalisti decideranno di seguirci nelle piazze potranno constatare di persona che i cittadini condividono le proposte concrete e dimostrano molto entusiasmo anche per il progetto complessivo di Paese che proponiamo». Davvero non ha paura che il detto «piazze piene, urne vuote» si realizzi e azzoppi la sua leadership? «Il nuovo corso del Movimento nasce da un solido progetto che richiederà tempo per dispiegarsi appieno. Le amministrative non sono un test. Possono darci un buon segnale di incoraggiamento, non altro. Siamo appena all’inizio, dobbiamo ancora costruire i nuovi organi centrali e la rete territoriale dei gruppi e dei forum».

Le chat dei 5 Stelle ribollono e c’è da pensare che lo imbarazzi leggere le contestazioni degli eletti alla sindaca Raggi per i rifiuti e i cinghiali a spasso per Roma. «Non scherziamo — risponde Conte, secco —. Il Movimento non conosce divisioni, appoggia in modo compatto Virginia Raggi». Se la sindaca resta fuori, al secondo turno lei chiederà agli elettori di votare per il dem Gualtieri? «Al ballottaggio andrà la Raggi e il problema si porrà per le altre forze politiche». Dicono che la sindaca mediti di scalare il Movimento, magari col sostegno di Grillo… «Non diffondiamo sciocchezze — ride Conte — Virginia farà parte in ogni caso della squadra, come componente del Comitato di garanzia». Perché allora vuole blindarsi con una segreteria di dieci fedelissimi? «Nel nuovo organigramma
ci saranno persone capaci e motivate. Tutti insieme saranno molto più di dieci e ci sarà molta più partecipazione». C’è appena il tempo per smentire attriti con Letta: «I rapporti sono buoni, ci confrontiamo spesso, con reciproca stima». Quanto l’alleanza sia solida si vedrà il 4 ottobre, quando si apriranno le urne.

22 settembre 2021 (modifica il 22 settembre 2021 | 23:38)



Source link

Monica Guerzoni , 2021-09-22 21:10:35
www.corriere.it

Leave A Reply