AGI Ha superato le 35 mila firme la petizione online lanciata ieri sulla piattaforma change.org per chiedere al presidente della Regione, Christian Solinas, un’ordinanza che blocchi gli arrivi in Sardegna – zona bianca, unica in Italia, da oltre due settimane – dei non residenti senza giustificato motivo o necessità e autorizzi solo i ricongiungimenti parentali. L’obiettivo è 35 mila firme. Le Faq del governo dopo l’ultimo provvedimento anti-Covid consentono ai proprietari di seconde case, anche residenti in zone rosse, di raggiungerle. I primi a contestare l'”illogicità” di questa disposizione sono stati i sindaci, finora inascoltati, seguiti dall’opposizione in Consiglio regionale, che insiste per un un’ordinanza ad hoc.
“La Regione non può bloccare gli arrivi: può fare ciò che già sta facendo: richiedere accertamenti per l’ingresso”, sostiene Pietro Ciarlo, ordinario di Diritto costituzionale all’università di Cagliari. “Credo che anche la Valle d’Aosta abbia adottato un’ordinanza illegittima”.
Nessun accordo in Consiglio regionale
Si prospetta, invece, un provvedimento, atteso in giornata e anticipato ieri dall’AGI, per rafforzare i ‘filtri’ all’ingresso e stringere le maglie delle verifiche sui passeggeri. Il presidente punta sulla collaborazione del governo e sull’impiego dei barracelli, la polizia rurale della Sardegna, coi suoi oltre 5 mila volontari, per intensificare i controlli negli scali, attivi dall’8 marzo scorso con i test rapidi. Lo si è capito chiaramente da com’è andata martedì 16 marzo la discussione in Consiglio regionale su un ordine del giorno, presentato (ma poi non approvato e neanche votato), con cui si voleva impegnare il presidente a tutelare la Sardegna, ma nel quale non compariva alcun riferimento a un’ordinanza limitativa degli accessi come quelle della Val d’Aosta e dell’Alto Adige.
Insorte le opposizioni per questa ‘omissione’, non se n’è fatto nulla. Per il centrodestra Franco Mula, capogruppo del Psd’Az, partito di maggioranza di cui è segretario il presidente Solinas, è indispensabile, piuttosto, la collaborazione del governo: “Dovrebbe aiutarci a fare tutti quei controlli che, fuori dalla Sardegna, un’ordinanza del presidente non può imporre. La zona bianca ce la siamo sudata e dobbiamo difenderla”.
Prorogato lo stato d’emergenza regionale
L’Aula si è limitata ad approvare una leggina per prorogare di altri 12 mesi lo stato d’emergenza regionale per il Covid. Il testo, già votato all’unanimità in Prima commissione, prevede anche modifiche organizzative alla direzione generale della Protezione civile. Stamane l’opposizione è tornata alla carica e a sollecitare un provvedimento retrittivo “Il presidente Christian Solinas non può permettere che si ripeta nell’isola quanto già accaduto l’estate scorsa”, esortano i Progressisti, “in questa fase in cui la campagna vaccinale in Sardegna è lentissima e i tanto ventilati controlli nei porti e negli aeroporti con numeri bassissimi agli arrivi stanno già dimostrando tutte le falle organizzative”.
“Diventa fondamentale, poi, avviare tutte le interlocuzioni necessarie con i vettori aerei e navali per una stima almeno approssimativa degli arrivi che potrebbero verificarsi da ora a Pasqua”, aggiungono i Progressisti, “per organizzare in modo funzionale i controlli nei porti e negli aeroporti. Preoccupano, infatti, le dichiarazioni del commissario dell’Ats sull’impossibilità di effettuare le verifiche previste e il conseguente tracciamento su un numero di passeggeri in arrivo più elevato rispetto a quello di questi giorni, l’esatta condizione che potrebbe verificarsi nelle prossime settimane”.
“Non si capisce perché il presidente Solinas, non abbia emanato un’ordinanza per impedire l’arrivo dei proprietari di seconde case come ha fatto la Valle d’Aosta”, obiettano i consiglieri del M5S. “Quali interessi guidano le scelte politiche della maggioranza? Perché impedire l’arrivo nelle seconde case in questo delicatissimo momento risulta cosi scomodo al presidente Solinas? La Regione Sardegna non ha la capacità di processare 10 mila test al giorno, né di controllare che altrettanti passeggeri rispettino l’obbligo di fare i test entro 48 ore dall’arrivo nell’isola”.
“Lo spostamento pasquale dalle zone rosse alla Sardegna verso le seconde case non può essere una necessità o urgenza”, argomentano i consiglieri di LeU. “Solinas firmi l’ordinanza che vieta l’ingresso indiscriminato in Sardegna”.
“Chi arriva si faccia e ci faccia il dono del rispetto”, è l’appello del gruppo del Pd. “Porti con sé un certificato di vaccinazione o l’esito negativo di un tampone molecolare, usi i dispositivi di protezione e mantenga le distanze, cioè rispetti le regole. Riteniamo che il governo innanzitutto debba fare chiarezza: non è pensabile che le disposizioni di spostamento tra regioni rosse verso l’unica regione bianca si leggano nelle faq senza l’ausilio di un manuale di comportamento e di obblighi a tutela di tutti”.
Cosa succede agli sbarchi
Falle nel sistema di controlli anti-Covid agli arrivi in Sardegna sono state segnalati in questi giorni, in particolare casi di passeggeri sfuggiti ai test rapidi al porto di Olbia o che, semplicemente, sono passati senza verifiche. C’è poi la vicenda di due coniugi sardi rientrati mercoledì scorso dalla Toscana, dov’erano dovuti partire per ragioni familiari: qualche giorno fa sono sbarcati dal traghetto, sempre a Olbia, si sono sottoposti ai test e poi sono tornati in paese, a Onanì, 400 abitanti, nel Nuorese.
Erano entrambi positivi, come hanno scoperto qualche giorno dopo, ma nessuno – dopo il test al porto – gliel’ha comunicato. Uno di loro è stato male a causa ed è stato testato in paese: nel frattempo a casa erano venuti a contatto coi due figli e altri compaesani. Risultato: 15 persone in isolamento domiciliare e in attesa di accertamenti per verificare se stia circolando qualche variante del coronavirus, come conferma all’AGI la sindaca Clara Michelangeli. I figli della coppia, sebbene negativi al test, sono stati trasferiti per precauzione in una piccola struttura ricettiva di Onani’. “Immaginiamo”, paventa la prima cittadina, “cosa potrà succedere a breve con l’apertura delle Sardegna agli spostamenti dalle zone rosse nelle seconde case della nostra pseudo zona bianca”.
L’Anci Sardegna insiste sulle regole
“Dire che bisognerebbe adottare – per 2/3 settimane per tarare un sistema di controlli efficiente e verificare l’andamento epidemiologico nel Continente (ricordo che siamo in marzo e in nessuno degli anni normali è mai iniziata una stagione turistica in marzo!) – gli stessi provvedimenti adottati da Valle D’Aosta, Campania e Alto Adige – non rende meno accogliente la Sardegna”, suggerisce il presidente dell’Anci Sardegna, Emiliano Deiana. “La rende più sicura. A meno che l’obiettivo di costoro non sia rischiare di far saltare per aria la stagione turistica – aprile/ottobre – del 2021. Serietà, please”.