Author: Daniela Vitello
Data : 2025-05-13 10:15:00
Dominio: www.perizona.it
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“Io e mia sorella non ci parlavamo più”, è la confessione che Chiara Tramontano fa al “Corriere della Sera” nel giorno in cui in libreria esce “Non smetterò mai di cercarti – Ogni parola è un passo verso di te, Giulia”. Un libro in cui la 28enne ripercorre la tragedia che ha distrutto la sua famiglia. Il 27 maggio 2023 Giulia Tramontano, sorella maggiore di Chiara, è stata uccisa dal promesso sposo Alessandro Impagnatiello. Nel suo grembo portava Thiago la cui nascita era prevista per luglio. L’assassino è stato condannato in primo grado all’ergastolo. Chiara Tramontano ha lasciato l’Italia e vive in Olanda.
La 28enne si occupa di sviluppo di tecnologie per la diagnostica di tumori e malattie neurodegenerative all’università di Eindhoven. “I sensi di colpa te li porti dietro per sempre – confessa nell’intervista al “Corriere della Sera” – Non c’è niente della mia vita che non mi riporti continuamente lì, a mia sorella uccisa… Se mi fermo, penso e pensare è un tormento. Perciò, da due anni, non mi siedo su un divano, non vedo un film e, se mi alleno, i trenta secondi di pausa fra un esercizio e l’altro sono insopportabili… Se poi per un attimo mi diverto, penso che è ingiusto verso Giulia che non c’è più…”.
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“Mia mamma, per mesi, si fermava sul balcone e fissava il vuoto, a misurare con lo sguardo l’altezza”
Ogni volta che torna a Napoli, Chiara Tramontano trova la tavola apparecchiata per cinque persone. “Il posto fra me e mio fratello resta vuoto: vuoto perché non vogliamo dimenticare”, confida. Poi è il momento di una rivelazione cruda e straziante: “Mia mamma, per mesi, si fermava sul balcone al quinto piano con la scusa di fumare, ma non fumava: si limitava a fissare il vuoto, a misurare con lo sguardo l’altezza”.
Chiara Tramontano spiega com’è cambiato il suo rapporto con i genitori dopo il femminicidio della sorella: “Se prima potevo telefonare a casa e raccontare patemi da figlia, ora, non lo faccio più. So che devo essere forte. Mio padre vive di ‘se solo’ e ‘avrei dovuto’. Un padre che ha visto la figlia neonata grande come la sua mano ha un senso di protezione che l’accompagna per sempre, magari si chiede se ha dato troppa libertà, se si è fidato superfluo. Mentre mamma, che ci ha trasmesso l’amore per la famiglia, pensa che, se non l’avesse fatto, forse, Giulia si sarebbe sfilata in tempo da quella relazione sbagliata. Il fantasma del senso di colpa è diverso per ciascuno di noi, ma viene a trovarci tutti, a turno”.

Chiara Tramontano: “Mi chiedevo cosa mia sorella trovasse in Impagnatiello, ad oggi non ho una risposta”
Il senso di colpa più grande di Chiara Tramontano ha a che fare con la distanza venutasi a creare con la sorella nell’ultimo periodo. “Io e Giulia nell’ultimo mese avevamo litigato – svela Non ci parlavamo da quando mi aveva detto che sarebbe andata a Ibiza con Alessandro. Venivano da un periodo di conflittualità, Giulia si era confidata con me e sapeva che in quella relazione non c’era nulla da salvare. Ma ha accettato quel viaggio per ‘ricucire’, senza confrontarsi con me. Mi sono arrabbiata e lei mi ha risposto che la vita era sua”.
Chiara Tramontano non aveva una buona opinione di Alessandro Impagnatiello. “Era assente, non accompagnava mai Giulia a Napoli, diceva che veniva e poi non veniva – racconta – Non sembrava uno che voleva costruire una famiglia, come sosteneva a parole. E mi sembrava manchevole di contenuti: con lui non sapevo mai di che parlare. Però, avrei detto che era un mediocre, un superficiale, ma non un violento. Era tutto concentrato sul suo lavoro vip, sosteneva che sarebbe diventato manager, ma non era vero. Mi chiedevo cosa mia sorella trovasse in lui. A oggi, non ho una risposta”. “Le persone malvagie si presentano come innocue – continua – Che fosse malvagio l’ho capito solo ora. Ora so che, quando ci siamo visti per l’ultima pizza a marzo, aveva già iniziato ad avvelenare mia sorella: ha mangiato accanto a mio padre mentre stava cercando di uccidergli la figlia e il bambino che aspettava. Per me è un essere immorale, non chiamatelo essere umano”.

“Se posso fare un appello, vorrei che gli assassini non partecipassero ai processi”
Chiara Tramontano descrive la sorella Giulia come “una ragazza di una sensibilità speciale. Si lasciava coinvolgere dal dolore degli altri, era una magnete per le persone in difficoltà: le ascoltava, cercava soluzioni, aiutava. Ma questa sensibilità la rendeva più facile da ferire. Ed era coraggiosa (…) Incinta e col suo rapporto in crisi, era pronta a crescere Thiago da sola. Diceva: oggi, i bambini si crescono anche senza la coppia”. Chiara Tramontano e la sua famiglia hanno assistito alle udienze del processo conclusosi con la condanna all’ergastolo di Alessandro Impagnatiello. Difficile per tutti loro è stato “vederlo a ogni udienza a un passo da noi”.
“Se posso fare un appello, vorrei che gli assassini non partecipassero ai processi – chiede la 28enne – Come può un sistema giudiziario permettere che l’assassino sieda senza manichini accanto alla famiglia della vittima? Io sono spesso entrata da un varco senza metal detector: avrei potuto anche presentarmi armata. C’è stato un momento in cui ci siamo sfiorati entrando in aula. Non ne vado fiera, ma ho passato in rassegna tutti i modi in cui avrei potuto fargli avvertire una piccola parte della sofferenza che ha inflitto a mia sorella. Gli ho solo rivolto uno sguardo di sfida e volevo che lui mi guardasse, ma ha tenuto gli occhi a terra. Ho provato una frustrazione che non era violenza, ma sconfitta umana”.

“Voglio vedere crescere mia nipote. Io oggi sono al 60 % Chiara e al 40 % Giulia”
Alla famiglia Tramontano probabilmente non andrà nessun risarcimento. Chiara ricorda che l’assassino di sua sorella è “nullatenente”. Poi aggiunge: “Ha chiesto accesso alla giustizia riparativa, ma qualsiasi tentativo sarà da noi contestato per aggirare che scampi anche a un solo giorno di carcere (…) Lo scopo era ottenere una giusta pena, ma quando l’ho ottenuta, ho realizzato che comunque la mia famiglia non sarà più la stessa”. Di perdono neanche a parlarne. “L’unico perdono che concederò è a me stessa per quello che avrei potuto fare e non ho fatto – afferma – Non ho bisogno di perdonare lui perché il dolore per mia sorella supera qualunque altro possibile sentimento. Questo libro è il primo atto per restituire a tutti la memoria di Giulia, per perdonarmi di aver consentito che la sua vita terminasse”.
L’unico raggio di sole in grado di squarciare le tenebre è “mia nipote Giulia, figlia di mio fratello: per tutti noi, un piccolo cerotto su una ferita aperta”. “Ora, pronunciamo quel nome legato alla vita e non solo alla morte – spiega Chiara Tramontano – Porta gioia e non solo dolore. Io non credo nei segni, ma Giulia è nata il 2 ottobre, giorno degli angeli custodi e, nella sua stanza, è nato anche un bambino che i genitori, senza sapere chi fossimo, hanno chiamato Thiago”. “Io mia nipote voglio vederla crescere, perciò non escludo di tornare in Italia – conclude – Oggi, so cos’è la esultanza, perché l’ho persa. E da Giulia ho imparato ad ascoltare e accogliere invece che a giudicare. Io oggi sono al 60 % Chiara e al 40 % Giulia”.
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Daniela Vitello , 2025-05-13 10:15:00 ,