Il danno ambientale di una guerra si può calcolare in modi diversi e il conteggio delle emissioni di gas climalteranti è uno dei tanti. Ci sono anche gli inquinanti che dopo un conflitto rimangono sul terreno. Come ha detto Benjamin Neimark, che è coautore dello studio e docente all’Università Queen Mary di Londra, la ricerca “è solo un quadro parziale delle massicce emissioni di anidride carbonica e di inquinanti tossici che rimarranno a lungo dopo la fine dei combattimenti”.
Le emissioni future
Per ottenere un quadro il più completo possibile sull’impatto ambientale serve aggiungere un ultimo tassello: l’edilizia. Lo studio stima quante saranno le emissioni legate alla ricostruzione di Gaza. Ricostruire gli oltre 100mila edifici abbattuti o danneggiati produrrà almeno 30 milioni di tonnellate di CO2 equivalente. E anche questa sembra essere una stima piuttosto cauta: già a metà del dicembre scorso alcune stime supportate da immagini satellitari davano gli edifici abbattuti o danneggiati a Gaza tra i 102mila e i 129mila.
L’impatto ambientale dei conflitti e dell’industria bellica è difficile da stimare e questo studio aiuta a far luce proprio sul peso ambientale dei conflitti e dell’industria bellica nel suo complesso. Nel commentare la pubblicazione David Boyd, relatore speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani e l’ambiente, ha detto: “Questa ricerca ci aiuta a comprendere l’immensa portata delle emissioni militari, dalla preparazione alla guerra, al suo svolgimento fino alla ricostruzione dopo la guerra stessa”.
Proprio perché si tratta di dati difficili da ottenere e valutare, lo studio si basa su stime. Ma questo non significa che i risultati siano inattendibili. E sono dati notevoli: se sommiamo i 30 milioni di tonnellate di emissioni che deriveranno dalla ricostruzione, con le 281 mila derivanti da bombardamenti e rifornimenti, allora la guerra a Gaza è responsabile finora dell’equivalente delle emissioni annuali di un paese come la Nuova Zelanda.
Esistono stime anche dell’impronta ecologica complessiva del settore bellico. Nonostante le emissioni di gas serra dovute al settore militare non siano di dominio pubblico, e non siano considerate dai trattati sul clima, diversi studi hanno stimato che il settore militare sia responsabile di circa il 5% delle emissioni globali. Se così fosse sarebbe il quarto ente del pianeta per emissioni dopo Stati Uniti, Cina e India. E questo senza tener conto dei picchi di emissioni causati dai conflitti come quelli in corso.
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di Enrico Pitzianti www.wired.it 2024-01-22 05:40:00 ,