Israele ha consegnato a Hamas tramite i mediatori dell’Egitto e del Qatar una proposta che include fino a due mesi di pausa nei combattimenti nell’mabito di un accordo in più fasi che includerebbe il rilascio dei restanti ostaggi a Gaza. Lo riporta Axios citando alcune fonti.
Israele, secondo quanto riporta Axios, starebbe attendendo una risposta di Hamas sulla proposta e sarebbe cautamente ottimista sulla possibilità di fare progressi nei prossimi giorni. La proposta include il rilascio di tutti gli ostaggi vivi e dei corpi di coloro che sono deceduti. La prima fase vedrebbe il rilascio di donne, uomini sopra i 60 anni e ostaggi in condizioni mediche difficili. Le fasi successive sarebbero invece per il rilascio delle soldatesse, degli uomini sotto i 60 anni che non sono militari, i soldati e i corpi degli ostaggi deceduti. La proposta articolata su più fasi potrebbe portare a una pausa dei combattimenti fino a due mesi. La proposta include anche che Israele e Hamas si accordino in anticipo su quanti prigionieri palestinesi da liberare per ogni ostaggio israeliano e poi trattative separate sui nomi dei prigionieri.
Video Israele, parenti degli ostaggi fanno irruzione alla Knesset
Un gruppo di familiari degli ostaggi israeliani a Gaza ha fatto irruzione questa mattina nella commissione finanze della Knesset chiedendo interventi urgenti per il rilascio dei rapiti dalla Striscia. Il gruppo fa parte della protesta che da ieri sera si sta svolgendo nei pressi della residenza a Gerusalemme di Netanyahu, del quale contestano la scarsa azione per riportare a casa gli ostaggi “prima che sia troppo tardi”. Il gruppo dei manifestanti è stato allontanato dalla commissione che tuttavia ha sospeso i suoi lavori.
A Khan Yunis esercito circonda ospedale Nasser
Tensione elevata oggi a Khan Yunis (nel sud della Striscia di Gaza) mentre le forze israeliane avanzano gradualmente verso ovest, in direzione del mare, e verso sud, in direzione di Rafah. Secondo la radio militare, l’esercito israeliano ha circondato l’ospedale Nasser e sta completando l’isolamento del centro della città. Le truppe hanno inoltre raggiunto la università al-Aqsa e sono adesso ad un chilometro dall’area umanitaria di Moassi, in prossimità del mare, dove si trovano centinaia di migliaia di sfollati.
L’esercito israeliano ha stretto d’assedio l’edificio centrale della Mezzaluna Rossa a Khan Yunis (a sud di Gaza) e ha di fatto paralizzato tutte le sue attività, incluse quelle della unità di ambulanze. Lo ha reso noto la Mezzaluna Rossa, secondo cui carri armati circondano l’edificio e tiratori scelti sono appostati sui tetti di edifici vicini. Fonti locali aggiungono che nelle immediate vicinanze dell’edificio (alto otto piani) ci sono migliaia di sfollati, che non possono più spostarsi in alcuna direzione. Le fonti aggiungono che nelle strade vicine ci sono corpi di persone, ma questa informazione non ha ancora avuto conferma.
Secondo Israele il Nasser è stato usato per fini militari da Hamas
L’ospedale Nasser di Khan Yunis (nel settore meridionale della Striscia di Gaza) – che oggi è stato circondato da mezzi blindati israeliani – è stato usato da Hamas per fini militari, secondo quanto ha affermato la televisione pubblica Kan.
L’emittente ha citato informazioni di intelligence secondo le quali in passato vi sarebbero stati custoditi decine di ostaggi. Di recente, ha aggiunto Kan,
dall’edificio dell’ospedale è stato aperto il fuoco verso militari israeliani.
Borrell: ‘Quando troppi morti a Gaza saranno troppi?’. Prima sfiducia laburista a Bibi dall’inizio della guerra
Quando troppi morti a Gaza saranno troppi? E’ la domanda che si pone l’Alto rappresentante Ue Josep Borrell, il quale annuncia che la situazione sarà discussa al consiglio esteri di oggi. E sottolinea che d’ora in poi si dovrà parlare di soluzione a due stati.
“La situazione umanitaria a Gaza – riflette Borrell – non potrebbe essere peggiore, non c’è cibo, medicine e le persone sono sotto le bombe. Alcuni ministri accettano che ci siano troppe vittime civili ma quando troppo è troppo? Oggi parleremo anche di questo”. “Non è il modo di condurre un’operazione militare, e lo dico nel rispetto delle vittime del 7 ottobre”, aggiunge il rappresentante europeo.
“D’ora in poi si deve parlare di soluzione a due stati e non processo di pace, le parole sono importanti”, spiega Josep Borrell arrivando al consiglio affari esteri. “So che Israele non è d’accordo ma è inaccettabile, come ha detto il segretario generale dell’Onu. Quindi dobbiamo discutere. Qual è la loro soluzione? Cacciare la gente da Gaza? Ucciderli tutti? Israele sta suscitando odio per generazioni”, precisa. E “Hamas è uno degli ostacoli alla soluzione a due stati, ma non il solo. Dobbiamo lavorare con il mondo arabo e discutere fra noi gli approcci per ottenere passi avanti”.
Hamas, 25.295 morti dall’inizio della guerra.
Intanto, i laburisti israeliani, 4 seggi su 120 alla Knesset, presenteranno oggi una mozione di sfiducia – la prima dall’inizio della guerra – contro il governo di Benyamin Netanyahu a causa “del suo fallimento nel riportare a casa gli ostaggi” trattenuti da Hamas a Gaza. Lo ha fatto sapere il partito sottolineando che “il governo non sta prendendo le necessarie decisioni per salvarli e portarli indietro”. I laburisti – guidati da Merav Michaeli – hanno detto di attendersi che i partiti di opposizione “sostengano la mozione di sfiducia”, anche se le possibilità che questa passi sono scarsissime.
La Presidenza Ue chiede per Gaza un cessate il fuoco immediato
“A nome del Belgio e della presidenza dell’Ue il messaggio che oggi porterò è chiaro: noi chiediamo un cessate il fuoco immediato, la liberazione degli ostaggi, il rispetto del diritto internazionale, il ritorno al processo di pace che deve portare alla creazione dei due Stati”. Lo ha detto la ministra degli Esteri del Belgio Hadja Lahbib prima del Consiglio Affari Esteri. “C’è un chiaro rischio di regionalizzazione del conflitto. Serve che la violenza cessi anche in Cisgiordania. Ci auguriamo di poter organizzare a Bruxelles, in un futuro più o meno prossimo, una conferenza di pace che possa veramente rilanciare il dialogo politico”, ha sottolineato.
La Giordania: ‘L’Ue deve chiedere il cessate il fuoco, avanti con i due stati’
“Ci aspettiamo che l’Ue chieda un cessate il fuoco e lavori con noi per raggiungere un piano concreto per la soluzione a due stati, il momento è ora”. Lo ha detto Ayman Hussein Abdullah Al Safadi, ministro degli Esteri giordano. “Israele con la sua politica sta condannando la regione ad anni di conflitto: il mondo è per la soluzione a due stati e Israele sta sfidando la comunità internazionale, è ora
di prendere delle misure, la pace va imposta”, ha aggiunto.
“Israele sta indebolendo la soluzione dei due Stati. L’unico modo per garantire la sicurezza per tutti è la soluzione a due Stati. Il governo israeliano ha detto no, e così sta sfidando l’ordine internazionale”, ha aggiunto il ministro degli Esteri della Giordania, presente a Bruxelles assieme al suo omologo egiziano, al ministro degli Esteri saudita e ai titolari della diplomazia israeliano e palestinese.
Sejourné: ‘Spero a breve sanzioni ai coloni violenti in Cisgiordania’
“Spero che nei prossimi giorni arriveranno le sanzioni per i coloni israeliani violenti in Cisgiordania. Le parole del premier Benjamin Netanyahu sulla soluzione a due Stati sono inquietanti: serve la creazione di uno Stato palestinese con garanzie di sicurezza per tutti”. Lo ha detto il ministro degli Esteri francese, Stephane Sejourné, a Bruxelles.
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2024-01-22 21:41:00 ,