I camion di Iveco non finiranno in mani cinesi. Almeno per ora: sono saltate le trattative tra Cnh Industrial e Faw per la cessione dello storico marchio italiano, un tavolo aperto a fine 2020 sul quale – secondo quanto rilanciato da Bloomberg – i cinesi non avrebbero presentato un’offerta considerata accettabile. La notizia è stata confermata dalla società controllata da Exor, che ha confermato l’intenzione di «concludere lo spin off di Iveco entro inizio 2022».
Nei giorni scorsi si erano susseguite indiscrezioni di segno opposto. Fonti vicine al gruppo cinese avevano lasciato intendere che la due diligence su Iveco fosse ormai giunta al termine, ponendo le premesse per un’offerta intorno ai 3,5 miliardi escludendo dal perimetro sia i veicoli militari che la quota in Nikola.
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Troppo poco, evidentemente. Giovedì, nel corso dell’assemblea dei soci, Suzanne Heywood, presidente di Cnh Industrial, aveva dichiarato che Cnh Industrial è impegnata a «lavorare al progetto di spin-off» delle attività in agricoltura e costruzioni da quelle nei trasporti (in particolare Iveco) per poterlo completare «il prima possibile». Sulla stessa linea le parole dell’amministratore delegato, Scott Wine, entrato in carica a inizio 2021 e che tra le sue priorità ha indicato anche la conclusione del processo di spin-off, annunciato a settembre 2019.
La possibile cessione di Iveco ai cinesi aveva anche destato l’interesse della politica per una possibile applicazione del golden power.
«CNH Industrial – prosegue la nota del gruppo – ritiene che vi siano opportunità significative per sviluppare la propria attività On-Highway accelerando la diffusione di soluzioni e infrastrutture di trasporto sempre più sostenibili,in linea con le ambizioni del Green Deal dell’Ue».