La Caritas Ambrosiana lancia ‘Non è amore’, un sito per chiedere aiuto

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AGI – I conflitti di coppia, i rancori e le gelosie durante il lockdown, che teneva tutti chiusi tra le quattro mura domestiche, sono esplosi nel peggiore dei modi. Ne sono una prova i dati Istat che  mostrano un aumento del 73 per cento delle chiamate al numero verde antiviolenza, nel marzo scorso rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tuttavia a queste telefonate non ha fatto seguito, in generale, una successiva richiesta di aiuto. Al contrario si è assistito a un calo. Ma non è una contraddizione. La spiegazione sta nel fatto che il confinamento nelle nostre abitazioni ha reso più difficile per le vittime di maltrattamento venire allo scoperto. 

Un sito internet per avere informazioni e attivare i soccorsi

Ecco perché Caritas Ambrosiana ha deciso di lanciare il nuovo sito “Non è amore”  https://noneamore.caritasambrosiana.it/) attivo da subito, in vista dell’8 marzo, per aiutare le donne che subiscono maltrattamenti ad attivare la rete di soccorsi. Il sito infatti è stato concepito per essere uno strumento non solo di informazione e sensibilizzazione, ma anche un mezzo attraverso il quale chiedere aiuto in maniera sicura.

La violenza è un labirinto, stanne fuori

In home page c’è un’esortazione: “La violenza è un labirinto. Stanne fuori” con il messaggio: “Se stai vivendo una relazione maltrattante chiedi aiuto. La violenza sulle donne è un percorso che lentamente ti porta in un labirinto dal quale può essere molto difficile uscire. Impara a conoscere i segnali del maltrattamento e agisci subito. Noi ci siamo per aiutarti”.

Durante il lockdown “imprigionate sotto lo stesso tetto con chi le vessava, le donne sono riuscite con ancora maggiore difficoltà a rivolgersi a chi poteva dare loro soccorso: una vera emergenza nell’emergenza” ha osservato Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana. Oltre ad offrire indicazioni per riconoscere i primi segni rivelatori della violenza domestica, “Non è amore”, offre la possibilità attraverso contact form di entrare in relazione con gli operatori del servizio antiviolenza in maniera protetta, ricorrendo alla navigazione privata sui browser, così da non destare sospetti e quindi possibili ritorsioni del partner molestatore. Una sezione del sito, inoltre, dà consigli pratici su come mettersi al sicuro quando la situazione precipita e la sola soluzione è abbandonare il proprio domicilio (i documenti da raccogliere, chi contattare, cosa portare con sé).

“Offrire alle donne delle vie d’uscita, anche usando la tecnologia”

“Guardando in controluce le statistiche, si vede come la crisi sociale, innescata dalla pandemia, abbia esasperato anche i rapporti all”interno delle famiglie – continua Gualzetti – . A farne le spese sono state spesso le donne. Per le quali, purtroppo, la propria casa non è sempre il posto più sicuro dove restare. Bisogna prenderne atto e offrire, quando è il caso, delle vie d’uscita, prima che sia troppo tardi. Utilizzando, in maniera intelligente, anche la tecnologia”.

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