La sentenza relativa a un caso del 2017: trattamenti inumani e degradanti. I rischi sulle nuove norme che permettono di accoglierli, dopo i 16 anni, nei centri per adulti
Batte un rintocco relativo alla situazione del centro di soccorso e prima accoglienza di Taranto nel maggio 2017, ma suona la campana per le scelte legislative dell’attuale governo Meloni, la sentenza con la quale — per la quarta volta in due anni — la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo (Cedu) ha di nuovo condannato l’Italia per aver violato gli articoli 3, 5 e 13 della Convenzione quando ha trattenuto quattro «minorenni stranieri non accompagnati» appunto in una struttura per adulti sovraffollata e in critiche condizioni igienico-sanitarie, esponendo quei giovani migranti al rischio di «trattamenti inumani o degradanti», rischio che ha carattere assoluto e non può essere derogato da alcuna condizione di difficoltà logistica, addirittura nemmeno in tempo di guerra.
Ecco perché questa decisione della Corte di Strasburgo — pur vertendo su un caso del 2017 sottopostole dagli avvocati Marina Angiuli e Dario Belluccio per conto dell’Asgi-Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione — ipoteca la recente scelta del governo che il 6 ottobre 2023, con il decreto legge n. 133, ha invece pensato di «sbiancare» e dare una copertura legale appunto a prassi non consentite ma largamente diffuse negli hotspot: e cioè ha stabilito che i…
Author: Luigi Ferrarella
Data : 2023-11-29 11:15:00
Dominio: www.corriere.it
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