L’università ha retto l’onda della pandemia meglio della scuola, si è velocemente organizzata per garantire le lezioni. Ma ora all’orizzonte c’è una nube che agita i rettori: il timore che gli studenti, in particolare le matricole, non tornino nelle aule perché in fondo è comodo stare a casa e anche più economico. «Lo smartphone e il pigiama hanno fatto dei danni e noi ora abbiamo una responsabilità supplementare di fronte al Paese: dire alle famiglie e far capire ai ragazzi che devono tornare perché l’università è vita, respiro, contatto, ritmo» il grido di allarme di Ivano Dionigi, presidente di AlmaLaurea, che ieri ha presentato gli annuali rapporti sulla condizione occupazionale e il profilo dei laureati italiani.
…