E’ l’estate romana del 1966 e due giovani fratelli, Nicola e Matteo Carati, stanno per laurearsi, rispettivamente in Medicina e Lettere. Le aspettative di una piccola famiglia borghese si fondono con le esigenze di un paese ancora fermo, statico. Incapace di reggere il confronto con i suoi rivali esteri. Eppure un paese solido, forte della sua ripresa post guerra. Si respira gioia, spensieratezza, coraggio. La la parte migliore gioventù è un lungo film di sei ore, diviso in quattro puntate da un’ora e mezza, in cui la transizione non è solo uno stato di vita individuale, ma l’immagine stessa di un Italia bella e dannata. Un’Italia, per certi versi, simile ai giorni d’oggi.
ll regista Marco Tullio Giordana prende in prestito il nome “La la parte migliore Gioventù” da una raccolta letteraria di Pasolini, in cui vengono narrate le vicende di un età imprecisata di vita. Ed è proprio questa indefinibilità a disegnare il cuore dei due co-protagonisti, i quali vedranno cadere a pezzi, una dopo l’altra, le loro convinzioni e aspettative. Un lungo ritratto di formazione e crescita, pretesto per narrare gli anni più turbolenti dell’Italia. Anni talmente rivoluzionari da cambiare per sempre la cultura, l’economia, e l’anima degli italiani. Un fossile sedimentato nella memoria di chi li ha vissuti, quegli anni, ma soprattutto nella memoria collettiva di un intero popolo.
Trentasei anni, dall’estate del 1966 fino alla primavera del 2003, questa la finestra di tempo che Marco Tullio Giordana decide di regalare al suo pubblico. E dopo vent’anni dal suo esordio al cinema, la sua opera riesce ancora a trasmettere emozioni, suscitare domande e riflessioni. Non perde la sua contemporaneità, rendendolo un prodotto confezionato senza tempo. Tra gli attori di punta Luigi lo Cascio nel ruolo di Nicola Carati, Alessio Boni nel ruolo di Matteo, Sonia Bergamasco nel ruolo di Giulia Monfalco e un giovanissimo Riccardo Scamarcio, ai suoi esordi.
Dalla controcultura agli anni della Grande Contestazione
L’università è agli sgoccioli, Mattia e Nicola insieme ai loro più cari amici, hanno in programma un viaggio da sogno per festeggiare la fine degli studi. La meta è Amburgo, nel cuore dell’Europa. Vogliono ampliare le proprie vedute e confrontarsi con il mondo. Quel mondo che tanto velocemente sta cambiando. Un nuova filosofia di vita si pone in contrapposizione alla società pre esistente. Nasce il sogno americano e si inizia a combattere per una sessualità più libera e diritti civili ad ampio spettro. Viene sdoganata la sperimentazione di stupefacenti, nascono stili di vita alternativi e in radio esplode il rock n roll. La società dei baby boomer, figli della Grande Depressione, doveva essere distrutta, ridotta in cenere. Un mondo, quello occidentale, da ricostruire, fondato su una visione rivoluzionaria e giovane.
L’Italia non fa eccezione. Nell’anima dei ragazzi si respira scoperta, passione, rivoluzione. Fin dal primo episodio de la la parte migliore gioventù, emergono le contraddizioni di una pellicola in apparenza vivace, ma caratterizzata da un sottostato di macabri grigi. I due co-protagonisti si mostrano subito ben diversi dalle aspettative della loro famiglia. L’amore travolgente per le “cose belle” della vita, trova una sua diramazione in Giorgia, una giovane ragazza chiusa in manicomio. Per curarla, così dicono i medici, mentre nel silenzio di una camera chiusa a chiave, viene torturata con l’elettroshock. I due fratelli proveranno a salvarla. Per lei il primo sogno, Amburgo, tramonterà. Per lei, i due fratelli si separeranno e le loro vite prenderanno due strade opposte e radicali.
La scoperta di sé stessi e di un nuovo ordine mondiale, trova nei due fratelli de La la parte migliore Gioventù, due facce della stessa medaglia. Nicola fa un viaggio in Norvegia, inizia a manifestare per le piazze. Troverà l’amore della vita in Giulia Monfalco, una giovane studentessa rivoluzionaria come lui. Contesta i poteri forti, sogna un mondo giusto con i più deboli e inflessibile con i forti. Matteo entra nella leva militare, e inizia una carriera nelle forze dell’ordine. Il mondo ha bisogno di regole, e queste regole vanno rispettate. Tutto ciò che contesta l’ordine prestabilito crea un disequilibrio, crea scompensi e conseguenze inarrestabili, anarchiche. Così come un male interiore che cresce e finisce per inghiottirti.
Dagli anni di piombo alla strage di Capaci
Il concetto di amore, né La la parte migliore Gioventù, è anch’esso un delizioso piatto gourmet di contraddizioni. E’ spietato, tragico e cinico. E’ un amore universale, per gli amici, la famiglia, il partner, la patria. L’amore per la vita. A modo loro, ogni protagonista ama, con le sue prospettive e idee politiche. Eppure tutti, in apparenza, combattono per essere felici e per il bene dell’Italia. Per alcuni, però, certi amori sono più forti di altri. E così, per Giulia Monfalco, l’ideologia politica diventa ossessione, faro di un’intera esistenza. Si deve essere disposti, per cambiare il mondo, persino a distruggere la propria intera esistenza, perché non conta nulla di fronte ad un ambizione “più grande”.
Giulia Monfalco è la rappresentazione di un Italia arrabbiata, reazionaria. Ma è anche il simbolo di un paese culturalmente alfabetizzato, stabile. Il ricordo del post guerra è ormai lontano. Ora le classi operaie possono avere (ed esigono) pari opportunità e diritti. Il partito comunista italiano, acquista sempre più consensi, giorno dopo giorno. Le contestazioni studentesche si fanno sempre più frequenti e violente. Un megafono diventa un sasso, il sasso diventa pistola. Per Matteo un’arma per difendere l’Italia dai terroristi. Per Giulia uno strumento per sovvertire il sistema. Per Nicola un amore perduto e una famiglia fatta a pezzi.
Siamo negli anni ’90 e le brigate rosse sono un lontano ricordo. La la parte migliore gioventù ora non è più tale, sono uomini di mezza età alle prese con i loro rimorsi, rimpianti e aspettative disilluse. In questo panorama, l’Italia rassegna ancora una volta il suo lato oscuro; il 23 maggio 1992 un ordigno esplosivo uccide il magistrato antimafia Giovanni Falcone e la sua scorta.
L’alba di un nuovo giorno
Eppure la speranza, come nei migliori racconti, è sempre l’ultima a morire. La speranza di una vita migliore, di un mondo migliore. Lo sforzo nel riporre fiducia nelle nuove generazioni, una nuova gioventù che possa rimediare agli errori dei loro padri e nonni. Agli errori di un paese che li ha lasciati soli, ma che gli ha anche donato la possibilità di scegliere. Scegliere da che parte stare, in che modo vivere. Scegliere come essere liberi, anche se può voler dire morire.
“Sto qui a guardare il sole di mezzanotte che scende fino all’orizzonte, ma poi si ferma e non entra nel mare. Penso a mio padre, penso alla mamma, e penso a te che mi hai sempre detto che tutto è bello: mi sa che avevi ragione, tutto è veramente bello…!”
E’ l’estate del 2003 e la la parte migliore gioventù sono i figli di Nicola e Matteo, ormai giovani adulti. E’ tempo per loro di vivere, sperimentare, cambiare il mondo. Non hanno tempo per la rabbia e il rammarico. Adesso possono perdonare, e così anche gli stessi genitori potranno perdonarsi, ed iniziare il loro ultimo ciclo con il sorriso in volto. La Norvegia diventa di nuovo una meta ideologica, soprattutto Capo Nord, quell’estremità tanto lontana dove Nicola non è mai riuscito ad arrivare.
Ora il paese scandinavo è un viaggio tra due giovani innamorati, di quelli spontanei e ingenui, come solo le passioni della giovinezza possono regalare. Un amore che ci ricorda, tra le righe di una cartolina senza tempo spedita nel 1966 che “tutto ciò che esiste è bello!!”.
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di Enrico Zicari
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2025-01-26 12:43:00 ,