L’ex leader della Cigli: non si capisce come possano difendersi senza armi. L’equidistanza giustificata con argomenti assurdi. Pensiamo a cosa accadde con la nostra Resistenza
Gli ucraini, oggetto di «un’aggressione violentissima da parte della Russia», «vanno aiutati anche con le armi». Sergio Cofferati ne è convinto. L’ex leader della Cgil, poi sindaco di Bologna ed eurodeputato, non comprende le perplessità di quanti, a sinistra, puntano l’indice contro l’Occidente che sta aiutando l’Ucraina militarmente. Come la senatrice Liliana Segre
, Cofferati non crede alla teoria dell’equidistanza tra Ucraina e Russia, che sembra invece fare presa in una certa sinistra, nella maggioranza degli iscritti all’Anpi, in una parte del Movimento 5 Stelle e nella Cgil.
Cofferati, quindi secondo lei è giusto mandare le armi al presidente Zelensky ?
«Non capisco la contrarietà al fatto che i Paesi dell’Unione europea e, di conseguenza, anche l’Italia, abbiano dato le armi agli ucraini: senza come fanno a difendersi? Pensiamo al nostro passato, alla Resistenza : senza gli aiuti, le armi e l’intervento di altri Paesi non ci saremmo mai liberati dal fascismo e dal nazismo».
Però in un pezzo della sinistra, e non solo, visto che un atteggiamento simile si riscontra anche in una parte dei 5 Stelle, prevale la logica dell’equidistanza tra Russia e Ucraina.
«L’equidistanza viene giustificata con argomenti assurdi: perché questa guerra terribile termini, come tutti vogliamo, bisogna evitare che i russi si impadroniscano dell’Ucraina. Anche l’efficacia delle sanzioni, che deriva dalla loro qualità e dalla determinazione con la quale si mettono in campo, viene rafforzata se in parallelo si aiuta la resistenza ucraina».
Anche l’Anpi, però, nella sua maggioranza ritiene che sia un errore aiutare il presidente ucraino Zelensky con le armi.
«Io rispetto l’opinione di tutti, ma non sono per nulla d’accordo con questa posizione. Guardando al comune passato, a quello dei nostri genitori, o dei nostri nonni, non si può non arrivare alla conclusione che libertà e democrazia vanno difese a tutti i costi».
Ma c’è anche chi in questi giorni difficili va sostenendo che gli ucraini dovrebbero arrendersi. Solo così, viene spiegato, riusciranno a salvarsi ed eviteranno altre decessi.
«L’idea della resa è priva di senso. Così finirebbero la democrazia e la libertà. Un’eventualità da scongiurare. Che sinistra è una sinistra che non è solidale con un popolo aggredito e che non cerca di aiutarlo in tutti i modi? Peraltro non è affatto detto che se cedessero su questi diritti — la democrazia e la libertà — gli ucraini avrebbero salva la vita. Gli esempi del passato ce lo dimostrano: se non sei d’accordo, se sei un dissidente, ti privano anche della vita o quanto meno te la rendono molto difficile».
Che cosa pensa della reazione che ha avuto l’Unione europea nei confronti della Russia e della sua aggressione all’Ucraina?
«In queste settimane l’Europa ha dimostrato una compattezza e una coerenza non scontate, tanto più se si pensa ai rapporti economici e diplomatici che alcuni Paesi della Ue avevano con la Russia. Ora bisogna andare avanti con la stessa coerenza guardando al futuro: bisogna cambiare i trattati, riscriverli, e fare in modo che l’Europa diventi quella immaginata dai padri fondatori, perché attualmente non è così. Non ci possono più essere nella Ue politiche produttive ed economiche diverse. Lo stesso dicasi per quanto riguarda la materia fiscale. Su questi temi che sono fondamentali non si può intervenire solo se c’è l’unanimità, come avviene adesso. Si decida a maggioranza, anche assoluta, ma si cambi, altrimenti non si va da nessuna parte».
26 marzo 2022 (modifica il 26 marzo 2022 | 21:42)
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Maria Teresa Meli , 2022-03-26 21:38:54
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