Ritirati i tre emendamenti, ma restano le tensioni sulla giustizia
ROMA Il mea culpa della Lega piomba in Parlamento alle nove del mattino, scandito dal capogruppo in Senato, Massimiliano Romeo. «Avevo capito che due o tre emendamenti si potevano presentare, giusto a livello simbolico…».
Aveva capito? Possibile? E dire che il presidente dei senatori del Carroccio ha fama di politico accorto e perspicace, uno che difficilmente scambia i fischi per fiaschi. Eppure è andata così. E ne è nato un caso, con tanto di ira funesta di Giorgia Meloni (e Antonio Tajani), retromarcia leghista e accordone di maggioranza per un maxi emendamento che conterrà le modifiche alle pensioni dei medici, pronti a scioperare il 5 dicembre contro il taglio dell’assegno.
Per settimane la premier e il ministro Giorgetti promettono che la manovra economica approderà in Parlamento blindata. Emendamenti (di maggioranza) zero. La leader di FdI ne fa un punto d’onore, i leader ingoiano il rospo e via, tutto liscio fino a martedì sera, quando i tempi scadono e l’alleanza meloniana scopre — sorpresa — che la Lega ha presentato in commissione Bilancio tre emendamenti pirata. Segue reprimenda telefonica di una adiratissima Meloni a Salvini e sfogo di un altrettanto adirato Tajani alla premier.
Raccontano che il leader di Forza Italia sia parecchio stufo di come il suo collega vicepremier vada procedendo per fughe in avanti. I forzisti lamentano…
Author: Monica Guerzoni
Data : 2023-11-22 22:50:41
Dominio: www.corriere.it
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