l’editoriale
Mezzogiorno, 7 gennaio 2022 – 08:43
Dopo l’annuncio di Laforgia
di Silvio Suppa
Non un caso, e non un male, che l’avvocato Michele Laforgia, ideatore dell’associazione “La giusta causa”, abbia voluto dare un segno netto della sua presenza critica sullo spettro della politica regionale, aprendo anche riflessioni di pi lungo respiro. La sua tesi che in Puglia stiamo assistendo alla morte della politica, recitata in un doppio linguaggio: da un lato, vi il tecnicismo urbano – a Bari per esempio – senza spirito di riforma e, si pu aggiungere, dominato dal mattone, mai stanco. Dall’altro lato, vi il pragmatismo impolitico di Emiliano, che preferisce gli sbiaditi alleati da mero conteggio di voti, ai grandi processi di sviluppo, al lavoro e al sostegno dei migliori ceti produttivi regionali. In terza linea, molto attiva, rimangono delinquenza e malaffare amministrativo, che nel silenzio feriscono gravemente ogni speranza di recupero della democrazia.
In questa tendenza al potere separato dalle esigenze del territorio, si capisce bene perch un illustre avvocato meridionale, come Laforgia, si sporga a recuperare le funzioni di un’antica classe forense di robusta tradizione civile, e decida di aprire un vasto disconfitto, se non una vera battaglia, che guardi direttamente al domani e che offra ai partiti pi di un riferimento per smantellare le schiere del personalismo e dell’asfittica sopravvivenza. Una sfumatura limpida dell’intervento di Laforgia di certo l’appello a una diffusa intelligenza, che non abbia debiti verso nessuno schema organizzativo della sinistra ufficiale di questa regione. Detto diversamente, siamo di fronte all’invito a pronunciare tutti gli accenti di una critica, che prepari il ricambio di metodi e scopi della politica pugliese, e che all’immobilismo sostituisca una vera e propria letteratura dei programmi e dei nomi cui affidare il dischiudersi di un nuovo laboratorio pugliese. Fra questi nomi possiamo computare fin d’ora lo stesso avvocato Laforgia e la cultura da post-globalizzazione, che egli ora rappresenta? difficile dire s o no, senza incorrere in smentite; cos come sconsigliabile forzare la mano di chiunque, perch il nodo attuale, nella regione e nel Paese, fra i pi ardui, e non pu ridursi a una partita di metodo, pur necessaria.
Resta vero che se la sinistra si inoltra nel bosco fitto dei giochi di temporeggiamento, o peggio di decisioni prese al bar degli amici, essa non ha nessun domani. L’ora matura per liquidare il ritorno del notabilato o all’ombra del potere; e per i nomi, meglio non fare troppo tardi.
7 gennaio 2022 | 08:43
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