La “politica del fritto di pesce”, della «clientela organizzata, scientifica, razionale, come Cristo comanda», sta portando a casa il suo ennesimo risultato: la chiusura delle indagini da parte della Procura con un nulla di fatto.
Dopo sei mesi di indagini, il pm chiude con la richiesta di archiviazione l’inchiesta per istigazione al voto di scambio avviata nei confronti del governatore Vincenzo De Luca
E “Don Franco Alfieri”, è uscito indenne da tempeste ben più impegnative come quando chiuse per prescrizione l’accusa di corruzione per l’ipotesi di 25 mila euro di tangenti intascate, oppure quando si parlò di rotatorie fantasma perchè risultavano pagate ma mai realizzate, argomenti di accusa usati anche dal Sindaco di Pollica Angelo Vassallo, poi ucciso dalla camorra.
Alfieri fu indagato per peculato e abuso assieme ad alcuni fedelissimi e al fratello della giovane deputata del Pd Sabrina Capozzolo per aver fatto elargire quasi 100mila euro ai dirigenti amici come “ricompensa” del recupero di quote Tarsu, tassa sui rifiuti.
L’artista della clientela come Cristo comanda ce lo ritroveremo come capo della segreteria di Palazzo Santa Lucia: Olè!
Ill sistema della “clientela come Cristo comanda” lo conosciamo bene, ed aggiungerei che c’è poco da scherzare, è costituito da una fitta rete di galoppini e portavoti che lasciano il “fritto di pesce” nel mondo delle metafore, mettendo nel piatto argomenti molto più seri, che vanno dall’edilizia al mondo della scuola, e quello del lavoro. Il “sistema” De Luca – che l’huffington post definisce familismo e voto organizzato fatto di clientele e capibastone, voto organizzato e potere ostentato, – oggi si prepara per il primogenito, da portare alla Camera nel 2018, mentre il cursus di suo fratello Roberto prevede che quando avrà finito di farsi le ossa come assessore a Bilancio di Salerno, gli si spalancheranno le porte del consiglio regionale, sempre grazie ai voti di papà. E al suo sistema.
Che resiste alle tegole giudiziarie
Piero De Luca è imputato per bancarotta fraudolenta, nell’ambito dell’inchiesta sul fallimento della Ifil, società satellite del pastificio Amato che secondo gli inquirenti faceva affari sia con il pastificio sia con il comune di Salerno.
Votate e fate votare il PD, ma dopo non rompete il cazzo.
feliceiovino (Vday2 2008)