La scalata del Südtirol, la squadra dell’Alto Adige è a un passo dalla B

0



AGI – Una provincia pazza per la montagna ora sogna di scalare le gerarchie del calcio con una storica promozione in Serie B: il Südtirol, primo nel girone A di Serie C, ha la miglior difesa d’Italia (appena 9 reti incassate) e nello scontro diretto di sabato prossimo a Bolzano contro il Padova potrebbe arrivare la matematica per l’accesso diretto alla serie cadetta. Servirà una vittoria (andrebbe a +5 con una sola partita da giocare) ma anche un pareggio potrebbe andar bene alla squadra più settentrionale d’Italia grazie alla migliore differenza reti che, salvo goleade del Padova con la Virtus Verona, renderebbe sufficiente un pareggio nell’ultima partita a Trieste.  

Tecnico croato e due soli stranieri

L’ultima vittoria per 4-0 sul campo del Fiorenzuola certifica la forza della squadra altoatesina allenata dal croato Ivan Javorčić, subentrato a inizio stagione all’ex tecnico Inter Primavera Stefano Vecchi, passato al Feralpisalò. I biancorossi (con due soli stranieri, il difensore francese Kevin Vinetot e il centrocampista ghanese Shaka Mawuli) hanno un bilancio di 26 vittorie, otto pareggi e due sole sconfitte.  La solidità difensiva è il vero segreto della squadra: il portiere Giacomo Poluzzi è arrivato a superare i mille minuti di imbattibilità. Il presidente è l’architetto Hans Huber, il ds è Joseph Insam.

Tifosi divisi dalle lingue

La provincia di Bolzano ha mezzo milione di abitanti che parlano tre lingue (l’italiano, il tedesco e il ladino) ma finora avevano una sola ‘religione’ sportiva: lo sci e le discipline invernali, hockey in testa. Ora c’è anche il calcio, anche se proprio la lingua divide la tifoseria: la componente italiana contesta la scelta fatta nel 2016, con il cambio del logo societario, di abbandonare la doppia denominazione che prevedeva Alto Adige accanto a Suedtirol, e questo ha anche comportato un calo delle presenze allo stadio, dove peraltro gli annunci vengono fatti sempre sia in italiano che in tedesco. 

Centro sportivo all’avanguardia

Lo stadio di dimora è il Druso di Bolzano, con una capienza di oltre 5.000 posti a sedere, l’unico dell’Alto Adige omologato per partite professionistiche. Per allenarsi usa lo stupendo centro sportivo di Appiano, in mezzo a un bosco, con due campi in erba naturale più due campi e un campetto in erba sintetica.

L’Alto, come è soprannominato il club, nacque nel 1974 a Bressanone come sezione della polisportiva Milland e poi fu rifondato nel 1995 da un gruppo di imprenditori di Bolzano per farne la prima eccellenza del calcio regionale.

La svolta nel 1995

Per la rifondazione furono scelti i colori biancorossi al posto del giallonero e i risultati arrivarono subito. Dopo la promozione al campionato Dilettanti (l’attuale serie D), nel 1999-00, sotto la guida del tecnico Giuseppe Sannino e con i gol dell’attaccante Joachim De Gasperi, l’Alto accede alla Serie C2. Poi sfiora diverse volte la C1 finché nel maggio 2010 arriva la promozione nella terza divisione per la prima volta nella sua storia. Da allora il Südtirol ha raggiunto per sei volte i playoff per la B mancando sempre l’obiettivo alle ultime battute. Quest’anno, però, potrebbe finalmente completare la scalata alla serie cadetta.



LEGGI TUTTO

Davide Sarsini , 2022-04-11 15:18:13
www.agi.it

Leave A Reply