Circola un video dove si sostiene in Francia vengono forniti ai bambini 3 gettoni al giorno per respirare senza la mascherina a scuola. Secondo il racconto, gli stessi gettoni servirebbero per andare in bagno e nel caso fossero tutti utilizzati dovevano trattenere la pipì. Seppur condivisa in questi giorni, questa storia non è recente in quanto circolava a inizio 2021, risultando ancora una volta raccontata nella maniera incompleta e fuorviante. Ricordiamo che l’uso corretto delle mascherine risultano essere di fondamentale importanza nella lotta contro la diffusione del Sars-Cov-2 e della Covid-19.
Per chi ha fretta
- Il video del bambino è stato diffuso parzialmente, omettendo informazioni utili per comprendere i fatti.
- Non si tratta di una pratica standard, ma utilizzata in una scuola privata francese.
- Sia la madre del bambino che la direzione della scuola spiegano il contesto mancante ai giornalisti francesi di 20Minutes.
- I gettoni erano dei fagioli bianchi, non ne avevano 3 ma 10 e potevano aumentare o diminuire a seconda dei comportamenti corretti tenuti in classe.
- Il sistema veniva utilizzato ben prima dell’obbligo delle mascherine nelle scuole francesi, con l’obiettivo di invogliare gli studenti ad andare in bagno in gruppo per fare due chiacchere anziché stare attenti in classe.
- In ogni caso, anche in assenza dei fagioli bianchi, i bambini potevano andare in bagno se ne avevano la necessità.
Analisi
Ecco uno dei post, pubblicato il 13 novembre 2021 ottenendo oltre 5.000 condivisioni, dove viene pubblicato il video (anche questo datato) di Massimo Mazzucco che afferma quanto segue:
È un bambino francese, il quale racconta che a scuola – praticamente – gli danno per ogni giornata di scuola, mattino e pomeriggio, hanno tre gettoni, cioè tre buoni praticamente, che loro possono scegliere di usare o per andare a far la pipì oppure per uscire un attimo in cortile a togliersi la maschera e respirare.
[…]
Ecco, questo è quello che stiamo facendo alle nuove generazioni. Altro che Draghi eccetera eccetera, questa è una generazione di bambini che un giorno… cioè… che sarà cresciuta con l’idea che per poter respirare aria fresca devi dare qualcosa, devi pagare qualcosa, oppure devi farti la pipì addosso perché l’ultimo gettone devi tenerlo buono per andare a respirare un po’ perché non ce la fai più con la mascherina.
Il video del bambino risulta sottotitolato. Ecco il testo della trascrizione tradotto in italiano:
Abbiamo dei gettoni così. Come dei triangoli.
Quanti ne avete?
Tre.
Tre al giorno?
Si al giorno.
E a cosa servono questi gettoni?
Ad esempio, se lo utilizzo questo gettone per fare pipì… io non ce l’ho più. Dopo posso togliermi la maschera e uscire fuori… e non ce l’ho più.
Per andare dove?
Fuori. Se voglio fare la pipì, o uscire un’altra volta, non ne ho più per tutta la giornata. Se voglio fare tutte queste cose la mattina, non posso più farle nel pomeriggio.
Cioè, se vuoi uscire al pomeriggio a respirare, non hai più gettoni per farlo.
No, non ne ho più.
Hai già provato a chiedere per una quarta volta?
No perché mi tengo sempre almeno un gettone.
Quindi, in generale, se tu hai bisogno di respirare devi dare un gettone per uscire fuori… per andare in cortile, toglierti la mascherina e respirare un pochino?
Si.
Ci sono stati bambini che utilizzano i gettoni per uscire, abbassarsi la maschera e respirare?
Si. Quasi tutti.
Una storia incompleta
Il video era diventato virale a inizio 2021, ma venne inizialmente pubblicato in un gruppo privato a novembre 2020 dalla mamma del bambino, Roxane, per contestare l’iniziativa della scuola privata dove era iscritto il figlio.
Il video circolato online, al di fuori del gruppo, risulta però parziale. A spiegarlo sono i colleghi di 20Minutes (due volte, qui e qui) che erano entrati in contatto con la madre e con il preside dell’istituto privato. Il girato completo conteneva ulteriori informazioni, fornite da Roxane ai giornalisti francesi: i gettoni erano dei fagioli bianchi, i bambini ne avevano a disposizione 10 e ne guadagnavano altri a seconda di come si comportavano. Un esempio? Per quanto riguarda le mascherine, se la indossavi in maniera scorretta (sotto il naso) perdevi 3 fagioli, al contrario ne guadagnavi.
Un sistema introdotto prima della Covid
Il Preside della scuola privata, contattato dai colleghi di 20Minutes, spiegò che tale sistema veniva attuato in precedenza per gestire i permessi per andare al bagno. Il motivo? Evitare che i bambini uscissero in gruppo a fare due chiacchere anziché prestare attenzione in classe. Un sistema simile veniva usato anche il Belgio nel 2018.
Cosa succedeva se finivano i fagioli bianchi? Sono tenuti a trattenerla o farsela addosso? Il Preside smentisce a 20Minutes questa diceria, spiegando che i bambini potevano andare in bagno ogni volta che ne hanno la necessità.
Il sistema, già in vigore, ma a seguito dell’introduzione della mascherina obbligatoria nelle classi si era deciso di adeguarlo anche per il suo corretto utilizzo.
La contestazione del genitori
Roxane spiega ai giornalisti di 20Minutes le motivazioni della sua protesta contro la scuola. Aveva inviato una lettera al Preside per contestare l’uso della mascherina, in quanto da lei ritenuta “un covo di microbi” e che sarebbe piuttosto necessario l’utilizzo di una FFP2 in quanto garantisce una vera e propria protezione rispetto alle altre.
Riguardo alla questione “microbi”, avevamo trattato il tema in un articolo del 2020: «Innanzitutto bisogna usarle correttamente, indossandole e togliendole come spiegato da diversi tutorial come quello della Fondazione Veronesi».
Nel nostro speciale di Open Fact-checking “Le mascherine fanno male? Le risposte alle domande dei lettori contro la disinformazione” abbiamo spiegato alcuni dei temi contestati dai cosiddetti No Mask, soprattutto quello legato all’anidride carbonica e al fatto che queste non possano causade l’ipercapnia o addirittura il cancro.
Nel nostro speciale del 2020 riportiamo gli articoli dell’anno riguardo alla disinformazione sulle mascherine:
Conclusioni
Coloro che hanno raccontato la storia in maniera scorretta si sono affidati a un video parziale, ritagliato rispetto a quello originale. La vicenda era stata raccontata dalla stessa madre del bambino che, insieme alle spiegazioni della scuola, hanno mostrato una realtà diversa da quella diffusa sui social.
Questo articolo contribuisce a un progetto di Facebook per combattere le notizie false e la disinformazione nelle sue piattaforme social. Leggi qui per maggiori informazioni sulla nostra partnership con Facebook.
Leggi anche
Source link
Scritto da David Puente perwww.open.online il 2021-11-15 01:49:58 ,