La Russia non ha mai minacciato di usare le armi nucleari; l’offensiva contro l’Ucraina ha solo scopi difensivi, perché il governo ucraino è diventato «lo strumento di estremisti nazisti e del governo Usa»; i civili di etnia russa del Donbass sono presi di mira deliberatamente dai missili ucraini. Serghei Lavrov snocciola per oltre un quarto d’ora le ragioni di Mosca, più o meno già note. Poi, all’improvviso, scoppia la bomba. Non è paradossale, sostiene il ministro degli Esteri di Putin, affermare che Volodymyr Zelensky, ebreo, guidi un Paese infestato dai nazisti, perché «secondo me anche Hitler aveva origini ebraiche».
La posizione di Draghi
Sono bastati quei tre secondi nell’intervista andata in onda a Zona Bianca su Rete 4 domenica 1 maggio per scatenare una tempesta, in Italia (nel mirino finisce pure Mediaset) e nel mondo. In particolare in Israele, che finora ha cercato di preservare le sue buone relazioni con Mosca dagli effetti della guerra. «In Italia», a differenza che in Russia, «c’è libertà di esprimere le opinioni, anche quando sono palesemente false e aberranti. Quello che ha detto Lavrov è aberrante. E per quanto riguarda la parte riferita a Hitler, è davvero oscena», ha commentato il premier Mario Draghi. «Si è parlato di intervista ma in realtà è stato un comizio. Bisogna chiedersi se è accettabile invitare una persona che chiede di essere intervistata senza nessun contraddittorio. Non è granché, non è granché professionalmente», aggiunge il presidente del Consiglio. Non tarda a farsi sentire anche il segretario di Stato Usa Antony Blinken: «Il mondo deve opporsi a questa retorica vile e pericolosa e sostenere i nostri partner ucraini di fronte al feroce assalto del Cremlino».
La posizione di Israele
Il ministero degli Esteri israeliano da parte sua ha convocato l’ambasciatore russo a Tel Aviv per «chiarimenti» su quelle che il ministro Yair Lapid ha definito dichiarazioni «imperdonabili e oltraggiose», oltre che «un terribile errore storico. Il più basso livello del razzismo contro gli ebrei – osserva – è accusare gli ebrei stessi di antisemitismo». Eppure è proprio quello che Lavrov, in aperta contraddizione con la sua immagine di abile diplomatico poliglotta e navigato, ha voluto dire. Un’altra frase pronunciata nell’intervista non lascia dubbi a tal proposito: «Da tempo ormai sentiamo il saggio popolo ebraico dire che i maggiori antisemiti sono proprio gli ebrei». Naftali Bennett parla di affermazioni «gravi». Ma il premier israeliano lancia un monito a tutte le parti in conflitto: «Si smetta immediatamente di ricorrere alla Shoah del popolo ebraico come strumento per polemiche politiche» perché, «come già detto in passato, nessuna guerra dei nostri giorni è la Shoah ed è paragonabile a essa».
Zelensky: Russia senza memoria sul nazismo
Sulla questione ha parlato anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «Una tale spinta antisemita da parte del suo ministro – ha detto – mostra che la Russia ha dimenticato tutte le lezioni della Seconda guerra mondiale. O forse non hanno mai studiato quelle lezioni. C’è un grande scandalo in Israele riguardo alle parole» di Lavrov, «tuttavia nessuno sente obiezioni o scuse da Mosca: c’è silenzio. Come si potrebbe dire questo – si chiede il leader ucraino – alla vigilia dell’anniversario della vittoria sul nazismo? Queste parole significano che il massimo diplomatico russo sta incolpando il popolo ebreo per i crimini nazisti».
Il falso storico sulle origini ebraiche di Hitler
Un modo per ricordare il fastidio già espresso dal Centro Wiesenthal di Gerusalemme e dallo Yad Vashem, il Museo della Shoah, per il paragone fatto da esponenti ucraini tra il massacro di Bucha e il genocidio degli ebrei. Proprio il direttore di Yad Vashem, Dani Dayan, definisce «false, deliranti e pericolose» le parole di Lavrov, spiegando che affondano le radici in un elemento rimasto oscuro relativo alle origini del nonno paterno di Hitler sul quale si sono poi «costruite teorie cospiratorie del tutto infondate secondo le quali lo stesso Hitler sarebbe stato ebreo». Condanne che giungono anche dalle comunità ebraiche italiane ma che difficilmente faranno cambiare idea a Lavrov.