di Will Knight
Con la crisi globale dei microchip che si appresta a tagliare il traguardo dei due anni, le aziende stanno ricorrendo ad alcuni trucchi insoliti per mantenere le linee di produzione in movimento. Le case automobilistiche utilizzano semiconduttori presi dalle lavatrici, riscrivono il codice in modo da usare meno silicio e spediscono addirittura i loro prodotti senza alcuni chip, promettendo di aggiungerli in seguito. Ora che la carenza di semiconduttori è diventata la nuova normalità, tutte le aziende sono costrette ad adattarsi.
“Il mercato è in uno stato di disperazione – racconta Bill Wiseman, senior partner della società di consulenza McKinsey –. Se stai costruendo uno spettrometro di massa da 350mila dollari e non puoi spedirlo perché ti manca un chip da cinquanta centesimi, sei disposto a pagare qualsiasi cifra“.
Le strategie delle aziende
McKinsey ha sfruttato questo senso di urgenza per mettere in piedi un team dedicato all’approvvigionamento di chip per le aziende alle quali fa consulenza. Wiseman dice che il team guarda al di là delle normali catene di approvvigionamento, e ha trovato microchip essenziali in paesi come il Marocco, i Paesi Bassi e il Giappone, in alcuni casi individuando microchip leggermente diversi da quelli richiesti inizialmente. Ovviamente i produttori e gli intermediari possono chiedere un sovrapprezzo e le aziende non hanno altra scelta se non quella di pagare. “I chip in realtà ci sono – spiega Wiseman –. Si tratta solo di trovarli e procurarseli“.
In alcuni casi, questo significa adottare misure disperate. Il mese scorso Peter Wennink, amministratore delegato dell’azienda olandese Asml, che costruisce le complesse macchine necessarie per la produzione di chip per computer all’avanguardia, ha riportato un altro esempio illuminante. Wennink racconta che un grande conglomerato industriale ha dovuto acquistare lavatrici al solo scopo di recuperare i chip al loro interno, necessari per i prodotti dell’azienda.
Cause e conseguenze della crisi
La carenza di microchip è stata causata da diversi fattori, tra cui la corsa all’acquisto dei dispositivi elettronici necessari per lavorare da abitazione durante la pandemia, l’accumulo di chip scatenato dalle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina e l’interruzione del flusso di componenti lungo la complessa catena di fornitura di semiconduttori distribuita in tutto il mondo.
La crisi ha evidenziato quanto i semiconduttori siano cruciali per l’economia, mettendo in risalto la fragilità di molte catene di approvvigionamento. Tra i settori colpiti più duramente ci sono l’elettronica di consumo, quello dei led e degli altri sistemi di illuminazione, l’energia e il settore automobilistico. All’inizio della pandemia le case automobilistiche hanno messo in pausa la produzione e cancellato gli ordini di chip, per poi farsi prendere alla sprovvista da un’impennata della domanda. Dopo essere finite in fondo alla fila per gli ordini di chip, i produttori di auto faticano a recuperare il terreno perduto.
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www.wired.it
2022-05-31 17:00:00