A sorprendere, più che l’esito del voto negativo, sono le motivazioni con le quali la maggioranza ha cercato di minimizzare il passo falso
L’aspetto sconcertante della bocciatura che ieri il governo di Giorgia Meloni ha incassato in Parlamento non riguarda solo il merito del voto. A sorprendere sono le motivazioni con le quali la maggioranza ha tentato di spiegare e minimizzare il «no» imprevisto alla risoluzione sullo scostamento di bilancio; imprevisto, se non altro, per i numeri sui quali la coalizione di destra può contare sulla carta. Sostenere, come è stato fatto, che «non c’è nessun problema politico: è solo che i deputati o non sanno o non si rendono conto», dovrebbe rassicurare. In realtà, la non conoscenza dei meccanismi parlamentari è un fatto politico. E rappresenta un’aggravante, non un’attenuante. Ritrovarsi con un «no» per sei soli voti segna un autogol bruciante. Anche perché non sono state le opposizioni a sconfiggere l’esecutivo: non è stata raggiunta la maggioranza assoluta dei voti. Mancavano all’appello venticinque deputati tra Lega, FI e FdI; dunque, tutto è avvenuto nel loro recinto.
Questo è…
Author: Massimo Franco
Data : 2023-04-28 06:11:56
Dominio: www.corriere.it
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