Legacoop, il presidente Carmelo Rollo racconta la Puglia diventata «laboratorio di coesione sociale»

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Mezzogiorno, 18 luglio 2021 – 11:22

Il numero uno regionale illustra benefici, vantaggi e scopi dello strumento associativo«Dopo la crisi economica, soprattutto nei centri più piccoli, abbiamo evitato l’esodo»

di Giuseppe Di Bisceglie



BARI — Unire le forze per rispondere a bisogni comuni, generando vantaggi non soltanto per tutti coloro che si impegnano a raggiungere un obiettivo ma ad un intero territorio. Il tutto in una ottica di sostenibilità sociale, economica e ambientale. Una visione che sino a pochi anni fa sembrava utopistica ma di cui ben presto è stata riconosciuta l’utilità al punto da concretizzarsi nello strumento delle cooperative di comunità. Partendo dall’idea che nessuno è in grado di valorizzare il proprio territorio meglio di chi lo vive e che esistono nelle città persone accomunate dalla volontà di migliorare la propria terra, in Puglia si è pensato a dar vita a delle cooperative di comunità, in cui ogni cittadino che vi aderisce abbia un ruolo attivo mettendo a disposizione forze e competenze per il raggiungimento di un obiettivo comune. Una occasione per testare la sinergia tra cittadini ma anche la collaborazione tra pubblico e privato, ognuno con le proprie competenze, perché nelle comunità i bisogni sono costantemente in divenire e non sempre le istituzioni, sia pubbliche che private, sono in grado di soddisfarli. Carmelo Rollo, presidente di Legacoop Puglia, è uno che nella cooperazione crede tantissimo; ed in particolare nella cooperazione di comunità. Da anni gira l’Italia e la Puglia raccontando di esempi virtuosi di un modello la cui valenza è stata riconosciuta ad ogni livello sino ad essere normata dalla Regione Puglia con la legge regionale del 20 maggio del 2014.

Dal Gargano al Salento, in particolare nei centri più piccoli, le cooperative di comunità ormai sono una realtà. E non è un caso che il primo esempio di questo modello sia nato in Puglia, a Melpignano.


«Qui e in molti altri centri, il cittadino è diventato protagonista della crescita del suo territorio e non lo ha lasciato, anzi lo ha valorizzato».

Quello delle cooperative di comunità è uno strumento in grado di creare coesione sociale?

«È forse lo strumento più adatto per creare coesione sociale, perché la persona diventa protagonista del cambiamento. A prevalere è la difesa del bene comune, del territorio, della comunità intesa in senso ampio. È uno strumento che si fonda su valori e competenze».

Può essere un modo per evitare lo spopolamento dei centri più piccoli?

«La cooperativa di comunità nasce proprio in questa direzione. Dopo la crisi economica ci si è resi conto che stava crollando la demografia dei centri più piccoli. Ed uno strumento di questo tipo è fondamentale per evitare l’esodo dei più giovani, delle famiglie neocostituite. Perché per restare occorre coraggio ma c’è bisogno anche di opportunità».

Possiamo parlare delle cooperative di comunità come opportunità di lavoro?

«Assolutamente sì, anche se la cooperativa non nasce per dare lavoro. Ognuno, nella cooperativa, deve fare la sua parte a prescindere dall’occupazione. Ma per rispondere a determinati bisogni occorre affidarsi a chi ha competenze per soddisfarli. E qui si genera il lavoro: nuovi bisogni generano richieste di nuove competenze e quindi nuovo lavoro».

Perché la cooperativa di comunità è uno strumento innovativo?

«Perché riesce a fare quello che una comunità non farebbe mai soltanto con l’attività amministrativa. Anche il miglior amministratore pubblico non riuscirebbe, con la sua attività, a rispondere al bisogno della collettività allo stesso modo di una cooperativa. Egli amministra, la cooperativa agisce, mettendo insieme le competenze di persone che hanno in comune tutte lo stesso obiettivo».

Innovazione ma anche stimolo all’innovazione. Ci sono esempi virtuosi che si muovono in questo senso?

«Molti. Cito in particolare quello della comunità energetica di Roseto Valfortore, nel foggiano. Sarà uno dei primi comuni che diventerà capofila di una nuova politica energetica del territorio».

18 luglio 2021 | 11:22

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