Lettera e 10 proiettili, siamo sotto choc

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Marco Bentivogli, ex segretario generale della Fim Cisl e oggi coordinatore e co-ideatore di Base Italia, ha ricevuto una lettera con minacce indirizzate anche alla famiglia e alla sua scorta, accompagnata da 10 proiettili carichi, 5 per fucile a pallettoni 5 per pistola 7.65. Fedeli (Pd): “Massima unità di politica, impresa e sindacati in difesa valori democrazia”.

Paura per Marco Bentivogli, ex segretario generale della Fim Cisl e oggi coordinatore e co-ideatore di Base Italia, per la sua famiglia e per la sua scorta: questa mattina intorno alle 06:40 è stata recapitata presso la loro abitazione di Ancona una lettera di minacce, accompagnata da 10 proiettili carichi, 5 per fucile a pallettoni e 5 per pistola 7.65. Sulla missiva si legge: “Noi non dimentichiamo Ilva”. Sul posto sono immediatamente intervenute le forze dell’ordine e la polizia scientifica, mentre Bentivogli, la moglie e la figlia si trovano sotto choc, come ha confermato lui stesso all’AdnKronos. “L’ennesimo episodio ha determinato l’intensificazione del dispositivo di tutela assegnato alla sicurezza di Bentivogli”, ha precisato il suo staff.

Tra i primi messaggi di vicinanza giunti a Bentivogli quello della senatrice del Pd Valeria Fedeli, che su Twitter ha scritto: “Massima solidarietà a Marco, ex segretario Fim Cisl, raggiunto di nuovo da una lettera con proiettile. Una minaccia gravissima di fronte alla quale serve la massima unità di politica, impresa e sindacati in difesa valori democrazia”. Poi è arrivato anche quello di Nicola Zingaretti: “Sono vicino a Marco Bentivogli e alla sua famiglia per questa ennesima minaccia. Chi mina la libertà delle idee e il confronto minaccia la democrazia e tutti noi. Solidarietà e un abbraccio per dirti che non sei solo. A presto”.

Non è la prima volta che il sindacalista riceve minacce del genere. Già a giugno dello scorso anno, pochi giorni dopo aver lasciato l’incarico di segretario della Fim Cisl, aveva ricevuto una busta con tre proiettili. “Festeggeremo insieme l’accordo di Pomigliano ovunque a Roma o ad Ancona, non bastano le dimissioni”, c’era scritto su un bigliettino. La minaccia si riferiva al patto siglato nel 2011 da Bentivogli proprio sulla Fiat a Pomigliano, a seguito del quale il sindacalista era già stato raggiunto da varie minacce di morte, motivo per cui gli fu assegnata la scorta.





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di Ida Artiaco
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2021-09-19 10:07:48 ,

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