Lo Stato blinda Torre Annunziata, posti di blocco nei rioni dei clan per fermare la camorra – Metropolisweb

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La risposta dello Stato alla terrificante escalation di violenza che ha travolto Torre Annunziata in questi mesi è arrivata ieri pomeriggio. A firmarla è stata il Prefetto di Napoli, Marco Valentini a margine del summit sulla sicurezza al quale hanno partecipato il Procuratore di Torre Annunziata, Nunzio Fragliasso, il procuratore aggiunto della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, Rosa Volpe e i vertici provinciali delle forze dell’ordine oltre al capocentro della Dia. Un summit per tracciare la linea da seguire e per intervenire in maniera massiccia su quei territori della città che oggi sono nelle mani della criminalità organizzata. Zone ritenute delle piccole “Fortapàsc” nel cuore di un territorio ostaggio della violenza e della paura. «Il Prefetto – si legge in una nota diffusa nelle scorse ore – ha disposto, mirati servizi straordinari di controllo del territorio che verranno ulteriormente incrementati nei prossimi giorni e nelle prossime settimane». I risultati del piano messo in piedi per blindare la città si sono visti già ieri sera. Controlli e posti di blocco a piazza Ernesto Cesaro, ma anche a ridosso del Quadrilatero delle Carceri, il quartiere roccaforte del clan Gionta. E ancora auto delle forze dell’ordine in giro nei quartieri e nei rioni. Un modo per dire che lo Stato c’è ed è pronto a mostrare i muscoli in quella che si preannuncia una lunga lotta per arginare i venti di guerra che spirano sulla città. Di pari passo, però, l’incontro in Prefettura punta a rappresentare anche un punto di svolta importante sul fronte della lotta al racket e all’usura: due dei principali business attorno ai quali ruotano le economie dei clan in lotta per il dominio del territorio. Il Prefetto e le altre autorità presenti all’incontro di ieri pomeriggio hanno concordato di «implementare la collaborazione con le associazioni anti-racket ed anti usura del territorio», sottolinea la nota diffusa dalla Prefettura. Un’apertura importante che arriva a 24 ore esatte dall’incontro che ha visto protagonista il Prefetto di Napoli e una delegazione del nuovo comitato anti-camorra nato in città nei giorni scorsi dall’iniziativa di 40 tra associazioni, gruppi, sindacati e cittadini. Combattere i clan sul campo e creare quella rete di collaborazione e fiducia tra forze dell’ordine e la città: sono queste le due linee guida attorno alle quali si muovono in queste ore gli sforzi di Prefetto, Procura e Antimafia. L’obiettivo è creare una rete di collaborazione che consenta alle forze dell’ordine di scardinare il muro di omertà che da troppo tempo protegge i padrini, liberando i cittadini dalle catene della camorra. L’emergenza criminalità a Torre Annunziata è soprattutto legata all’affare delle estorsioni, come dimostrano i numerosi raid ai danni delle attività commerciali e la chiusura di diversi negozi che non hanno avuto la forza di rispondere alle richieste di pizzo. Un punto attorno al quale ruota – secondo gli inquirenti – un pezzo importante della nuova guerra che tra sabato e domenica ha prodotto un omicidio e il ferimento di un pregiudicato. Agguati messi a segno in pieno giorno, come accadeva negli anni più bui della storia della città. Sempre ieri, stavolta in Comune, una delegazione del comitato anti-camorra ha incontrato il sindaco Vincenzo Ascione per chiedere conto dei ritardi per quanto riguarda la videosorveglianza (sul luogo dell’ultimo delitto non c’è nessuna telecamera) sulla gestione dei beni confiscati (40 immobili strappati ai clan sono abbandonati) e sui vigili urbani (in organico, ad oggi, ci sono meno di 20 agenti). Il sindaco ha promesso assunzioni, nuove telecamere e assemblee per discutere degli ex fortini dei boss. Ma il comitato, al termine del summit, ha lanciato il suo monito al primo cittadino: «Basta chiacchiere, ora servono fatti concreti. La camorra è più veloce della politica».



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di Ciro Formisano
www.metropolisweb.it
2021-09-15 06:08:57 ,

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