Lo Stato dell’Idaho giustizierà un italoamericano malato terminale di cancro

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AGI – Lo Stato Usa dell’Idaho ha fissato l’esecuzione dell’italoamericano 65enne Gerald Ross Pizzuto jr, condannato a morte per il duplice omicidio di Berta Herndon, 58 anni, e suo nipote Del Herndon, 37 anni, avvenuto nel 1985.

L’esecuzione, la prima da quasi nove anni in Idaho, è stata programmata per il prossimo 2 giugno nonostante Pizzuto abbia un tumore alla vescica allo stadio terminale e altre patologie croniche tra cui il diabete.

Il progetto no-profit giornalistico The Marshall Project, che si occupa di casi controversi di giustizia penale, ha denunciato la sua situazione sottolineando come all’uomo siano stati prescritti 42 diversi farmaci nell’ultimo anno e il livello di sofferenza patito sia già molto consistente. Nell’ultimo anno i suoi avvocati hanno denunciato costanti episodi di perdita di memoria e alcuni di generale disorientamento.

Pizzuto, armato di un fucile calibro 22, legò polsi e gambe delle due vittime per derubarle prima di picchiarle e ucciderle. In appello, gl avvocati di Pizzuto hanno provato a giocare la carta della disabilità mentale visto che la legge federale dell’Idaho vieta la condanna a morte in questi specifici casi. Nel 2019 la nona Corte d’Appello degli Stati Uniti ha invece confermato la prima sentenza affermando che l’imputato non era riuscito a dimostrare questo tipo di disabilità.  

Il caso di Pizzuto, secondo The Marshall Project, risolleva la questione relativa alle spese connesse alle esecuzioni capitali in America dato che, come nel caso di Pizzuto, il probabile decesso del condannato arriverebbe presto e per cause naturali. Il numero di condannati a morte decresce ogni anno nel Paese ma quelli che rischiano questo tipo di condanna definitiva sono quasi sempre molto anziani o malati terminali.

Gli avvocati di Pizzuto proveranno a fermare l’esecuzione sostenendo che il l’iniezione letale violerebbe i diritti costituzionali del loro assistito, non tenendo conto delle sue condizioni mediche e causandogli un dolore eccessivo. In passato, però, la Corte Suprema ha generalmente bocciato questo tipo di ricorso.



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