Prima ancora che esistessero i meme, le gif e i TikTok, Luca Giurato era diventato un fenomeno virale ante litteram. Durante le sue trasmissioni, infatti, che conduceva con parlantina svelta e mitragliante, era solito incappare in lapsus, errori linguistici e svariate gaffe. Per questo era diventato uno dei protagonisti indiretti più assidui di trasmissioni come i vari Mai dire della Gialappa’s Band e fumetto la Notizia. Entrambi i programmi attingevano a piene mani dagli strafalcioni di Giurato che era diventato proprio simbolo di peripezie ed erroracci: dai suoi “Buongiollo” e “A pra foco” ai giri di parole come “Uno piacere ha il grande piacere di avere l’ospite“, passando per le numerosissime cadute (compresa quella volta che praticamente ruppe una gamba a Venier in diretta tv), era una continua fonte di ilarità, ma soprattutto di autoironia, visto che mai aveva dimostrato di essere piccato o risentito per questa attenzione ridanciana nei suoi confronti.
X content
This content can also be viewed on the site it originates from.
Pioniere della viralità spassosa, dunque, Giurato è una personalità che si fa fatica a spiegare oggi anche perché incarnava forse un modo di porsi del tutto scomparso: oggi siamo abituati ai giornalisti star, che sono cronisti-conduttori-scrittori-influencer e di fatto delle vere e proprie celebrità. Giurato era stato precursore però anche in questo, uno dei primissimi a scavallare il rigidissimo grigiume del giornalismo Rai per farsi contaminare dall’intrattenimento, e segnando di conseguenza il successo di trasmissioni appunto come Domenica In e Unomattina che sono state a loro volta modello precursore del tanto vituperato infotainment di oggi.
Leggi tutto su www.wired.it
di Paolo Armelli www.wired.it 2024-09-12 08:01:33 ,