Il leader della Lega interviene sui social: «Ha fatto male a se stesso più che ad altri. Ma gli allungo la mano per aiutarlo a rialzarsi»
Arriva su Facebook la reazione di Matteo Salvini all’indagine sul suo ex collaboratore, Luca Morisi. «Quando un amico sbaglia e commette un errore che non ti aspetti, e Luca ha fatto male a se stesso più che ad altri, prima ti arrabbi con lui, e di brutto. Ma poi gli allunghi la mano, per aiutarlo a rialzarsi. Amicizia e lealtà per me sono la Vita. In questa foto avevamo qualche anno e qualche chilo in meno, voglio rivederti presto con quel sorriso. Ti voglio bene amico mio, su di me potrai contare. Sempre».
Renzi: «Non faremo a Salvini quel che ha fatto a noi»
Poi arriva il commento del leader di Italia viva Matteo Renzi con la sua Enews: «Non faremo a Morisi quello che la Bestia ha fatto a noi in vicende molto meno serie. Noi siamo orgogliosamente rispettosi della persona umana e della civiltà della politica. Luca Morisi è il padre della Bestia, la struttura social di Matteo Salvini e della Lega. Lui è stato il cervello ideatore di tutte le aggressioni personali contro di me e contro di noi nella scorsa legislatura. Gli attacchi sono spesso stati carichi di odio in modo similare a quelli dei Cinque Stelle: non a caso, l’alleanza giallo verde, prima che a Palazzo Chigi, è nata sui social. Contro di noi – ricorda il leader di Iv -. Oggi Morisi è in difficoltà per vicende private e giudiziarie, si è dimesso dalla dirigenza della Lega e ha chiesto rispetto per le proprie questioni personali. Invito tutti a mostrarsi per quello che siamo: diversi da chi sparge odio sui social».
Dadone: «Chi citofonerà a Salvini?»
«Chi citofonerà a abitazione di Salvini? Scagli la prima pietra chi è senza peccato. La fragilità è parte dell’essere umano, il perbenismo e gli insulti da bar sport invece ci impediscono di affrontare i problemi reali di questo Paese in tutta la loro complessità». È della ministra per le Politiche giovanili Fabiana Dadone (M5S), già bersaglio del segretario leghista, la prima reazione dda dentro il governo alla notizia dell’inchiesta che ha coinvolto Luca Morisi, ex capo della comunicazione social del leader del Carroccio. Ed è un commento, che richiama la famosa scena dello squillo al citofono di uno spacciatore a Bologna (quasi a dire, chi la fa l’aspetti), che è destinato ad infiammare la discussione. «Luca Morisi — scrive su Facebook la ministra — ha fatto del perbenismo provocazione, dell’aggressione digitale mestiere. Sono queste le cose che lo hanno contraddistinto, le “qualità” che gli hanno dato fortuna, non a caso il suo sistema comunicativo è chiamato “Bestia” di Salvini. Il suo problema è l’ambivalenza, come quella di molti personaggi a destra». «Mi chiedo se qualcuno citofonerà a abitazione di Salvini – aggiunge quindi la ministra -, spero non succeda perché le fragilità umane non devono essere oggetto di propaganda. Insieme possiamo affrontare nel merito ogni questione morale, senza che nessuno si senta superiore ad altri». Dura anche la conclusione: «La superiorità morale è una barzelletta. L’Italia aspetta risposte concrete, non propaganda», conclude Dadone.
Picierno: «La propaganda becera è sempre un boomerang»
Secco il commento di Pina Picierno, deputata europea del Pd: «Rispetto per la vicenda umana di Morisi: non mi piace chi la usa a fini elettorali così come non mi piaceva Salvini quando andava in giro a citofonare a cittadini incensurati. Appunti per il futuro: (pure) questa vicenda insegna che la propaganda becera é sempre un boomerang».
27 settembre 2021 (modifica il 27 settembre 2021 | 12:14)
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Cesare Zapperi , 2021-09-27 09:33:01
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