“L’obiettivo del multilateralismo ha rappresentato il pilastro fondamentale della nostra politica estera e con orgoglio accogliamo sul nostro territorio uffici e strutture delle Nazioni Unite, da Torino a Roma, da Firenze a Trieste, a Brindisi”.
Così il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è rivolto all’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York. Lo ha fatto in un lungo e articolato discorso nella grande principale sala dell’Onu, appuntamento culmine della sua visita al Palazzo di Vetro dove ha anche aperto la conferenza annuale su uno degli obiettivi cardine dello sviluppo sostenibile. E nel dare voce alla vocazione al multilateralismo dell’Italia, ha lanciato un accorato appello alla sua difesa – e al rafforzamento dell’Onu, la sua piattaforma essenziale – davanti alle molteplici, gravi crisi che scuotono il palcoscenico internazionale, oggi dominato dalla tragica guerra a Gaza e dall’invasione russa dell’Ucraina.
Per una Onu riformata e rafforzata
“Il divario fra risorse rese disponibili e necessità continua ad essere enorme – ha sottolineato Mattarella – L’Onu rappresenta la sola piattaforma in grado, se adeguatamente sostenuta dai suoi Paesi membri, di affrontare le sfide che minacciano la pace, la sicurezza e lo sviluppo”. Ancora: “Le grandi sfide transnazionali che dobbiamo affrontare, il moltiplicarsi di conflitti regionali suscettibili di estendersi, lungi dal mettere in discussione il ruolo delle Nazioni Unite ne mettono in evidenza il carattere indispensabile, importante, a servizio dell’umanità. Serve un’Onu sempre più rappresentativa ed efficace. Ogni strada opposta, ogni assenza, conduce a peggiorare le prospettive della condizione umana”. Questa missione ispira l’azione dell’Italia e di altri paesi uniti dalla sigla Uniting for Consensus “per la riforma e la miglior rappresentatività del Consiglio di Sicurezza, volta in primis a dare spazio a regioni sottorappresentate, come l’Africa, l’Asia e l’America Latina, per rimediare a una ingiustizia storica a tutti evidente”. In questa chiave, l’Italia “continuerà a fornire il suo attivo e positivo contributo alla redazione del Patto per il Futuro, affinché si giunga ad una visione condivisa degli strumenti e delle azioni necessarie ad
affrontare assieme le sfide globali del XXI secolo”. Un summit sul futuro è previsto a settembre.
I nodi delle crisi
“La sensibilità della Repubblica Italiana a favore della pace,per la promozione della dignità umana e dei valori universali, si esprime nell’azione costante a sostegno dei dialoghi e processi di stabilizzazione post conflitto, per i diritti dei giovani e delle donne in particolare in quelle situazioni di più grave discriminazione” come anche “nel supporto alla campagna a favore dell’abolizione della pena di morte”, ha detto. Mattarella ha parlato di un rilancio di multilateralismo e dialogo mentre infuriano drammatiche e pericolose crisi sul palcoscenico internazionale che mettono a dura prova l’Onu e la diplomazia. A Gaza, nelle ultime ore Israele ha bombardato e avviato incursioni con mezzi corazzati a Rafah, dopo aver ordinato l’evacuazione di oltre centomila civili rifugiati, anche se non è chiaro il significato delle mosse: se cioè possa far presagire l’invasione della città e far deragliare ogni speranza diplomatica, tra il timore espresso dagli stessi Stati Uniti di nuove tragedie umanitarie. Oppure se rimanga un’operazione più limitata, come hanno indicato fonti militari di Gerusalemme parlando di “precisa azione anti-terrorismo”, mentre Proseguono negoziati a singhiozzo per un cessate il fuoco. Truppe israeliane hanno tuttavia preso il controllo del posto di frontiera tra Rafah e l’Egitto, portando alla paralisi dell’ingresso di aiuti umanitari, e l’Onu ha denunciato il pericolo di nuove spirali di tragedie per la cittadinanza civile.
Mattarella su Gaza
Il Presidente ha puntato l’indice sui “sempre più inquietanti venti di guerra che soffiano sul Medio Oriente. Le tensioni e gli scontri di queste scorse settimane impongono un accresciuto impegno della comunità internazionale per giungere a una de-escalation”. Ancora, ha parlato sia di soluzioni di lungo periodo che di emergenze: “Occorre por fine alla catena di azioni e reazioni e consentire l’avvio di un processo che ponga termine ai massacri, conduca finalmente a una pace stabile:una soluzione che passa necessariamente dall’obiettivo condiviso del pieno e reciproco riconoscimento dei due Stati di Israele e di Palestina, con il definitivo riconoscimento di Israele e della sua sicurezza da parte degli Stati della regione”.