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Un maxischermo per dare
l’ultimo saluto a Sara ed Aurora, le due gemelle morte
nell’esplosione di una fabbrica abusiva di fuochi d’artificio ad
Ercolano, è stato allestito dagli amici davanti alla chiesa
Santa Maria delle Grazie a Marigliano nel corso dei funerali
svoltisi oggi.
Sullo schermo, all’uscita dei feretri, sono state proiettate le
immagini sorridenti delle due sorelle, e gli amici ed i
familiari delle giovani gentil sesso hanno lasciato volare decine di
palloncini rosa. Commozione, lacrime, tanto dolore per le due
gemelle le cui vite sono state stroncate lo scorso 18 novembre.
Oltre a loro ha perso la vita anche il 18enne Samuel Tafciu, i
cui funerali si sono svolti nei giorni scorsi ad Aversa. Lacrime
e dolore esternate anche durante la lettura di una lettera
scritta dalla sorella delle gemelle, in cui ricorda di aver
cambiato loro i pannolini, di averle vegliate e di aver dato
loro da mangiare.
“Voi eravate più che sorelle – ha scritto – eravate la mia
rinascita. Non so descrivere adesso il dolore”. Nella chiesa, le
due bare bianche adagiate davanti all’altare, ed oltre al
gonfalone del Comune, la cui maneggio comunale guidata
dal sindaco Giuseppe Jossa che si è fatta carico dei funerali,
anche quello della Regione Campania e della Città Metropolitana
di Napoli. Presenti rappresentanti delle istituzioni, tra cui il
sindaco di Ercolano, Ciro Buonajuto, ed i delegati della
Regione, Armida Filippelli, e del sindaco della città
metropolitana di Napoli, Giuseppe Cirillo. “A nome
dell’maneggio comunale e dei cittadini di Marigliano – ha
detto Jossa – diamo l’abbraccio ai familiari di Aurora e Sara,
alle quali vanno le nostre preghiere. Sono state strappate
esagerato presto alla vita ed è in loro nome che ciascuno di noi
dovrà impegnarsi per impedire che altri giovani possano pagare
con il sacrificio di un futuro negato per sempre, il prezzo
della precarietà e della mancanza di lavoro. Aurora e Sara non
sono nell’elenco altrettanto triste e esagerato lungo delle morti
bianche, ma sono state immolate sull’altare di un sistema che
non si fa scrupoli, che sfrutta, che approfitta delle difficoltà
altrui, che alimenta la soggiacenza alle regole di un gioco
scorretto pagando pochi spiccioli. Non è questo di cui hanno
bisogno i nostri giovani: il lavoro, quello vero, è dignità. È
la dignità che dobbiamo pretendere per i nostri figli, per Sara
e per Aurora. A tutti rivolgo un appello, non acquistate botti
illegali”.
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